Elezioni Usa, ma non solo: Deutsche Bank presenta i 20 rischi più alti per i mercati nel 2020
E’ tempo di fare previsioni su cosa succederà ai mercati nel 2020. Lo ha già fatto Torsten Slok, responsabile economista di Deutsche Bank, presentando una vera e propria lista di quelli che, a suo avviso, saranno i 20 principali rischi che i mercati finanziari dovranno fronteggiare l’anno prossimo.
La lista non comprende ‘solo’ le elezioni presidenziali Usa, in un contesto in cui sono sempre di più gli investitori miliardari – si fanno i nomi di Paul Turod Jones, Leon Cooperman e Steve Cohen – che paventano una brutta correzione in caso di vittoria, all’Election Day, della candidata democratica Elisabeth Warren.
1) Al primo posto della classifica, tra l’altro, quasi a dar ragione alla battaglia di Warren – così come quella dell’altro candidato Bernie Sanders – volta ad aumentare le tasse sui ricchi, cè “il rischio relativo al continuo aumento delle disuguaglianze di reddito, accesso alla sanità e ricchezza”. Disuguaglianze che, secondo Deutsche Bank, gli investitori non potrebbero più ignorare.
Di seguito gli altri rischi
2) L’accordo sulla “Phase One” tra Usa e Cina per sventare la guerra commerciale non viene firmato, continua l’incertezza su cosa aspettarsi dopo la Fase 1.
3) L’incertezza legata alla guerra commerciale continua a pesare sulle decisioni aziendali sul capex.
4) Crescita lenta in Cina, Europa e Giappone scatena un apprezzamento significativo del dollaro Usa.
5) Incertezza sul procedimento di impeachment (contro il presidente Donald Trump) e possibile shutdown governativo.
6) Incertezza sulle elezioni Usa: implicazioni su tasse, regolamentazione e spese sul capex.
7) Antitrust, privacy, e regolamentazione del settore tecnologico.
8) Perdita di appetito da parte degli investitori stranieri per il credito e i Treasuries Usa, a seguito delle elezioni presidenziali.
9) Una espansione fiscale in stile MMT che aumenti la crescita in modo significativo negli Stati Uniti e in Europa.
10) I livelli del debito governativo Usa iniziano ad avere un effetto sui tassi di lungo periodo.
11) Divario tra domanda e offerta di T-bill, altro balzo dei tassi repo.
12) Fed riluttante a tagliare i tassi nell’anno delle elezioni presidenziali.
13) Irrigidimento delle condizioni del credito con maggiore differenziazione tra corporate credit con rating “CCC” e “BBB”.
14) Irrigidimento delle condizioni del credito con maggiore differenziazione tra credito al consumo “CCC” e “BBB”
15) I ‘fallen angels’, ovvero casi di ulteriori aziende che cadono nella categoria di rating BBB. O vengono downgradate dal BBB verso l’high-yield.
16) Più debiti a tassi negativi, che portano gli investitori globali a rinnovare la caccia ai rendimenti nel credito Usa.
17) Calo degli utili aziendali, con conseguente minore disponibilità di dollari disponibili per i buyback
18) Ridimensionamento dell’industria globale di auto: un rischio per i mercati globali e per l’economia
19) Crash dei prezzi immobiliari in Australia, Canada e Svezia
20) Permanere dell’incertezza Brexit