Elezioni politiche italiane: grande coalizione ben accolta dai mercati (Ubs WM)
Matteo Ramenghi, chief investment officer Ubs WM Italy, analizza i possibili scenari post 4 marzo (data delle elezioni politiche in Italia) e l’impatto sui mercati
La campagna elettorale in vista delle elezioni politiche di marzo è ufficialmente partita. Lo testimonia la partecipazione dei principali leader politici nei salotti televisivi. Ne è un esempio “Porta a Porta” di Bruno Vespa che nel corso di questa settimana ospita Luigi Di Maio (candidato premier M5S), l’ex premier Matteo Renzi (attuale segretario del Pd) e il numero uno di Forza Italia Silvio Berlusconi. E in vista del 4 marzo, giorno in cui si tengono le elezioni politiche in Italia l’esito resta ancora incerto. “Il risultato è, ad oggi, molto incerto poiché nessuno dei principali partiti politici potrebbe ottenere una maggioranza assoluta in Parlamento“, afferma Matteo Ramenghi, chief investment officer Ubs WM Italy, in un report dedicato alla prossima tornata elettorale in Italia. Secondo l’esperto, i tre scenari più probabili sono nell’ordine: una grande coalizione centrista, un governo tecnico sostenuto da un’ampia coalizione e un ritorno alle elezioni.
Come la “vedono” i mercati?
Per Ramenghi, “una grande coalizione sarebbe ben accolta dai mercati, in quanto potrebbe portare a una stabilità politica, mentre un ritorno alle elezioni prolungherebbe l’incertezza e quindi potrebbe pesare sugli asset italiani”. In attesa dell’esito, affermano da Ubs WM, “per quanto riguarda il mercato azionario, a livello di Eurozona abbiamo una posizione neutrale sull’Italia, mentre per quanto riguarda l’Europa manteniamo sovrappesata l’Eurozona rispetto al Regno Unito”.
In particolare, “le elezioni dovrebbero avere un impatto limitato sull’equity tricolore, anche se potrebbero portare un temporaneo ritorno della volatilità – spiega il chief investment officer di Ubs WM Italy nel report dedicato alla tornata elettorale italiana – Nel nostro scenario di base di una coalizione centrista o di una grande coalizione, il mercato italiano potrebbe trovare un sostegno e si rimuoverà l’incertezza politica”. In mancanza, invece, di questi due scenari, e con la possibilità di dover tornare alle urne o di fronte alla formazione di una coalizione anti-euro “potrebbe pesare sulle azioni italiane”.
Per quanto riguarda i titoli di stato, i premi al rischio attuali riflettono già l’incertezza politica. La fase economica positiva e gli acquisti di asset della Banca centrale europea (Bce), almeno fino a settembre, dovrebbero mitigare la volatilità. I premi al rischio non dovrebbero salire sensibilmente da qui alle elezioni.
Il tutto si attende l’annuncio del programma elettorale da parte dei principali partiti; la presentazione delle coalizioni e dei candidati all’inizio di febbraio; e le prime indicazioni dai sondaggi elettorali.