Elezioni midterm USA: c’è un esito ideale per i mercati
Si terranno l’8 novembre le elezioni di metà mandato negli USA, appuntamento politico molto importante che si tiene due anni dopo le elezioni presidenziali, un banco di prova per verificare il gradimento dei cittadini americani sull’operato della Casa Bianca. Il voto va a rinnovare la composizione della Camera dei Rappresentanti e, per un terzo, anche del Senato.
Raramente sono state favorevoli al partito del presidente ma le cose potrebbero cambiare prima che gli americani si rechino alle urne l’8 novembre. In considerazione di ciò, George Brown, Economist di Schroders ha individuato tre possibili esiti delle elezioni di metà mandato e le possibili reazioni del mercato.
Midterm: i tre scenari e i loro impatti
Il primo scenario è quello di un congresso diviso, e tra l’altro è quello più probabile. Ai Repubblicani è attribuita l’80% di probabilità di conquistare la Camera dei Rappresentanti, mentre al Senato i Democratici hanno il 60% di probabilità di mantenere il controllo. Dal punto di vista legislativo, questa situazione è problematica..
Dal punto di vista dei mercati, però, una situazione di stallo a Capitol Hill favorirebbe gli asset di rischio. “Essere costretti a scendere a compromessi serve a moderare le inclinazioni più estreme di ciascun partito, offrendo agli investitori uno scenario politico più stabile” sostiene l’esperto.
Il secondo scenario vede i Repubblicani conquistare Camera e Senato. Si tratta di un risultato meno probabile del primo, poiché – sebbene tutti i 435 seggi della Camera siano contesi – sono in palio solo 35 dei 100 seggi del Senato.
Il controllo apparente del Congresso, continua Brown, non consentirebbe loro di approvare proposte di legge di parte, che subirebbero il veto del Presidente, la cui decisione può essere scavalcata solo da una “super maggioranza” di due terzi in entrambe le camere.
In questo scenario ci si dovrebbe aspettare poco a livello legislativo, il che dovrebbe essere di supporto alle azioni. Ma i Repubblicani potrebbero anche adottare un approccio più duro nel controllo della disciplina fiscale. Ciò potrebbe risultare in una resa dei conti simile a quella del 2011, quando Biden (allora vicepresidente) dovette trovare un accordo all’ultimo minuto con i leader repubblicani per evitare un default degli Stati Uniti, con il conseguente primo declassamento del rating creditizio degli Stati Uniti: una combinazione che fece crollare di quasi il 20% l’indice S&P 500.
Infine il terzo scenario vede i Democratici aggrapparsi allo status quo, mantenendo la triade, Presidenza, Camera dei Rappresentanti e Senato. I Democratici sarebbero incoraggiati a portare avanti il programma del presidente. E mentre il sentiment di rischio più ampio potrebbe beneficiare di una posizione fiscale più allentata, gli investitori dovrebbero valutare le possibili implicazioni per la politica monetaria.
Tuttavia, ciò dipenderà in larga misura dal grado di successo che i Democratici potranno ottenere. Il Partito ha avuto difficoltà a realizzare appieno le ambizioni del presidente, data la sua attuale debole presa sulla Camera e sul Senato. Ciò è avvenuto soprattutto in quest’ultimo, dove i Democratici centristi Joe Manchin e Kyrsten Sinema hanno opposto resistenza ad alcune delle riforme più liberali. A meno che il partito non riesca a conquistare più seggi in entrambe le Camere, continuerà ad affrontare le stesse sfide degli ultimi due anni.
I riflessi sui mercati
Per le midterm, come detto, il risultato ottimale dal punto di vista azionario sarebbe quello in cui prevale lo stallo a Capitol Hill. Ma storicamente le azioni hanno registrato performance positive indipendentemente dalla composizione del Congresso. Un fattore determinante per il sentiment nei prossimi due anni – dice l’esperto – sarà la misura in cui la Federal Reserve dovrà aumentare i tassi di interesse per contenere l’inflazione. E questo dipenderà in parte da quale partito, se ci sarà, uscirà vincitore dalle elezioni di metà mandato.
Le midterm serviranno anche da cartina di tornasole per le possibilità di Donald Trump di riconquistare la Casa Bianca. Anche se non ha confermato esplicitamente che si candiderà nel 2024, secondo il sito di scommesse Betfair ha il 25% di possibilità di vincere. Durante la sua presidenza i mercati hanno vissuto quattro anni difficili, caratterizzati da tensioni geopolitiche e ripetuti attacchi alla Fed. Alla fine, tuttavia, l’S&P 500 ha registrato un impressionante rendimento annualizzato del 13,7% nel periodo.
Resta da vedere quale sarà l’esito, con una partita ancora tutta aperta. Ma alla fine dei conti, un cattivo esito delle elezioni di metà mandato per entrambi i partiti si concretizzerà in un buon risultato per gli investitori conclude l’esperto.