Elezioni Francia, primo round il 30 giugno: lo scenario per mercati, debito, banche e spread
Si avvicina l’appuntamento con le elezioni in Francia, che avranno con ogni probabilità un impatto sui mercati finanziari dell’area euro. Un assaggio si è già avuto con la convocazione del voto anticipato da parte del presidente Macron, dopo la sconfitta alle europee: volatilità sul mercato azionario e obbligazionario, con ampliamento degli spread sovrani e vendite sulle banche. Vediamo allora i possibili scenari in vista del primo turno elettorale di domenica 30 giugno e le opinioni di alcuni analisti.
- Macron convoca elezioni anticipate in Francia, primo turno il 30 giugno
- La reazione dei mercati
- Quali scenari potrebbero emergere dal voto in Francia
- Francia nel mirino delle autorità UE per debito elevato
- La previsione sugli spread
- Possibile sorpresa da Le Pen
- Banche francesi sotto i riflettori
- Non mancano le opportunità
Macron convoca elezioni anticipate in Francia, primo turno il 30 giugno
Il presidente francese Emmanuel Macron ha indetto elezioni anticipate dopo il successo del partito di estrema destra di Marine Le Pen, Rassemblement National, alle elezioni europee di giugno.
Ora, il sistema elettorale francese prevede un voto in due turni, concepito per migliorare la rappresentatività e garantire una maggior stabilità al governo. Il primo turno è in programma questa domenica, 30 giugno, mentre il secondo si terrà una settimana dopo, il 7 luglio.
Esprimendo il loro parere, i cittadini andranno così a determinare i 577 parlamentari dell’Assemblea nazionale.
La reazione dei mercati
Lo scioglimento delle camere e la chiamata alle urne dei cittadini francesi hanno inizialmente provocato uno scossone sui mercati. L’azionario francese ha annullato i guadagni da inizio anno, l’euro ha perso terreno sul dollaro e lo spread OAT-Bund ha toccato gli 80 punti base, livello massimo dal 2017.
Anche lo spread BTP-Bund si è ampliato, seppur in misura inferiore (con un picco di 157 bps), per poi ritracciare leggermente. L’allargamento del differenziale tra titoli di Stato italiani e tedeschi è stato generato principalmente dal rally del Bund, mentre i rendimenti dei BTP sono rimasti piuttosto stabili, intorno al 3,95%, come rimarcato da Generali Asset Management.
Quali scenari potrebbero emergere dal voto in Francia
Secondo i sondaggi, il partito al governo – Renaissance – è destinato a perdere il potere, anche se è difficile prevedere con esattezza il risultato finale del voto. Come evidenziato da diversi analisti, gli esiti possibili sono sostanzialmente tre.
Nel primo caso Rassemblement National (RN) ottiene la maggioranza assoluta dei seggi nell’Assemblea, ma questa eventualità sembra improbabile. Ci sono chance elevate, invece, che il partito di Le Pen conquisti la maggioranza relativa. Nel terzo scenario, quasi impossibile, la maggioranza relativa andrebbe invece all’alleanza di sinistra.
Nelle prime due ipotesi – sottolinea Allianz Global Investors – il presidente Macron si troverebbe ad affrontare forti pressioni per nominare un primo ministro di RN, anche se il leader candidato premier Jordan Bardella ha escluso l’assunzione del ruolo senza la maggioranza assoluta.
Francia nel mirino delle autorità UE per debito elevato
La reazione negativa dei mercati è principalmente legata alle politiche fiscali potenzialmente più accomodanti del partito di estrema destra. Uno scenario preoccupante per l’Europa, visto che il deficit francese si attesta già intorno al 5% e il rapporto debito/PIL supera il 110%.
Ancor prima dell’annuncio del voto, Standard & Poor’s ha declassato il rating della Francia da AA ad AA- per via dei timori di debito eccessivo.
Come evidenziato da AllianzGI, il Paese ha costantemente registrato un deficit di bilancio maggiore rispetto alla media dell’area euro e non ha apportato grandi riforme alla propria economia nemmeno durante la crisi del debito sovrano europeo del 2010. Inoltre, è rimasto indietro sul fronte della crescita e nei prossimi anni dovrebbe mantenere un divario rispetto, ad esempio, a Stati Uniti e Germania.
La previsione sugli spread
In questo scenario, la quota elevata di partecipazioni estere rende vulnerabili i titoli di stato francesi e un ulteriore aumento degli spread potrebbe avere implicazioni più ampie per l’euro.
“È difficile dire dove si muoveranno gli spread nelle prossime settimane di campagna elettorale: c’è il rischio che continuino ad allargarsi”, sottolinea Generali Asset Management. Tuttavia, “dopo i risultati elettorali e la definizione della maggioranza politica, i mercati potrebbero stabilizzarsi.”
Secondo Mauro Valle, head of fixed income presso Generali Asset Management, “l’evento di rischio in Francia potrebbe essere idiosincratico e gli effetti spillover dovrebbero essere limitati. Confermiamo la view che gli spread italiani continueranno a muoversi all’interno dell’intervallo di 120-150 punti base.”
Possibile sorpresa da Le Pen
D’altro canto, in caso di vittoria, il partito di Le Pen potrebbe assumere un atteggiamento più cauto per evitare turbolenze sui mercati, dimostrando di aver imparato la lezione dell’effimero governo Liz Truss nel Regno Unito.
Secondo AlianzGI, RN sta pianificando riforme in due fasi, posticipando l’impegno a ridurre l’età pensionabile a 60 anni per alcuni lavoratori e la proposta di taglio dell’IVA di 7 miliardi di euro sui beni di prima necessità.
Inoltre, il partito potrebbe essere incentivato a collaborare con Macron e le altre forze politiche, mostrandosi più moderato, per proporsi come alternativa credibile in vista delle elezioni presidenziali del 2027.
Banche francesi sotto i riflettori
Da monitorare con attenzione la situazione delle banche francesi. Secondo l’agenzia di rating europea Scope Ratings, gli istituti d’oltralpe hanno “fondamentali solidi in quanto a qualità degli asset detenuti, procedure di risk management prudenti e un alto tasso di diversificazione”.
Tuttavia, le banche francesi hanno beneficiato meno dei peers europei dell’aumento dei tassi, che potrebbe invece pesare sulla dinamica dei prestiti, rallentando lo slancio economico nel 2024.
La frammentazione politica nel Paese “mette in dubbio la capacità a breve termine di qualsiasi governo di attuare riforme strutturali e consolidare le finanze pubbliche”. Inoltre, alcuni partiti potrebbero chiedere misure ad hoc per colpire i profitti delle banche, minando ulteriormente la loro attrattività rispetto ai competitor europei.
Non mancano le opportunità
La buona notizia, per AllianzGI, è che i fondamentali delle aziende francesi sono solidi e che solo il 19% dell’indice francese CAC 40 dipende dall’economia francese. Questa porzione comprende generalmente le società più piccole il cui debito è detenuto a livello nazionale.
Per cui, prima e dopo le elezioni, gli investitori devono aspettarsi un premio per il rischio e una volatilità del mercato più elevati in Francia. Ma in seguito, una volta chiarita la situazione, potrebbero emergere opportunità di investimento significative, nel Paese e nell’intera area euro.