Notizie Notizie Mondo Elezioni europee metteranno in stand-by punizione Ue contro Italia. A salvare i BTP sarà TLTRO Bce

Elezioni europee metteranno in stand-by punizione Ue contro Italia. A salvare i BTP sarà TLTRO Bce

6 Maggio 2019 15:50

Domani, martedì 7 maggio, sarà un’altra giornata cruciale per l’Italia e il governo M5S-Lega. La Commissione europea snocciolerà infatti le sue previsioni economiche primaverili sui paesi dell’Unione europea, Italia inclusa. Il giudizio atteso non è certo dei migliori, ma le conseguenze più fosche saranno evitate dall’imminente appuntamento delle elezioni europee di fine maggio. A tal proposito, oggi il quotidiano La Stampapreannuncia la stizza di Bruxelles nei confronti dell’Italia. Stizza che però, proprio per non alimentare il successo dei sovranisti, dovrebbe produrre i suoi effetti solo dopo le elezioni.

In ogni caso, rimane il fatto che l’Italia non abbia superato l’esame. Le previsioni economiche che verranno diffuse domani, oltre a registrare una crescita praticamente inesistente nel 2019, certificheranno un dato chiaro: l’Italia non ha rispettato la regola del debito nel 2018″.

Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte SIM, commenta la situazione italiana facendo notare come l’incognita su quelle che potrebbero essere le future mosse della Commissione europea – che avrà comunque un altro volto a seguito delle elezioni europee – fa prevedere  “una fase di allargamento dello spread nel mese di maggio”.

Per la precisione, “domani l’aggiornamento delle stime della Commissione potrebbe riportare l’attenzione sull’Italia fino alle prossime elezioni del 26 maggio, con lo spread che potrebbe tornare in area 280/300pb”.

Già nella sessione odierna l’avversione al rischio provocata dai tweet di Donald Trump ha penalizzato la carta italiana, riportando lo spread attorno a quota 260.

“La commissione (europea) – continua Cesarano –  potrebbe rivedere marginalmente le già basse attese per il 2019 (da +0,2% a +0,1%) ma la mossa avrebbe un significato simbolico di non poco conto, soprattutto se accompagnata dalla richiesta di delucidazioni sulle ragioni rilevanti che stanno facendo deviare dal processo di rientro del debito. In altri termini, una decisione in tal senso della Commissione aprirebbe le porte per raccomandazioni più cogenti il 5 giugno (ossia dopo le elezioni europee del 26 maggio), quando sarà presentato il country report sull’Italia”.

Per lo strategist di Intermonte SIM, comunque, un assist ai bond italiani potrebbe arrivare comunque tra un mese circa con i dettagli sulle operazioni di TLTRO che saranno resi noti dalla Bce di Mario Draghi.

Il calo dello spread è atteso dopo il 6 giugno, ossia dopo i dettagli della TLTRO, a condizione ovviamente che non ci siano tensioni imminenti dal lato politico (alias minaccia di elezioni estive)”.

Nella nota Cesarano fa il punto della situazione anche sul trend dell’azionario in generale, rendendo noto che “l’ipotesi di base (di Intermonte) rimane sempre quella di possibili prese di profitto tra maggio e giugno, indotte prevalentemente dalla percezione di minore possibilità a breve di ulteriore supporto delle banche centrali, soprattutto alla luce del recente incontro FED del 1° maggio e del miglioramento dei dati macro Euro che rendono potenzialmente più ostico il processo di costruzione di una TLTRO robusta, capace di dissipare i timori legati all’incertezza in vista del passaggio di consegne alla presidenza BCE (il mandato di Draghi termina ad ottobre)”.

Nello specifico, “in area Euro, la stagionalità sfavorevole potrebbe colpire principalmente il comparto delle materie prime, oltre a quello Oil&Gas, insieme ai due comparti maggiormente collegati alla TLTRO, ossia banche ed auto. Il tutto però potrebbe rivelarsi temporaneo e tale anzi da creare la base per ulteriori misure/aperture delle banche centrali già a giugno: il 6 giugno sono attesi i dettagli della TLTRO ed il 19 giugno la FED è attesa aprire in modo più forte sul tema taglio tassi”.

Guardando ad altri asset finanziari, in particolare al petrolio, Cesarano ricorda che i prezzi della commodity sono “una variabile importante che impatta molto sulle percezioni e quindi sul clima generale. Dopo aver scontato fino a fine aprile una forte carenza di greggio, la situazione potrebbe drasticamente mutare alla luce di tre considerazioni: Incertezza sulla proroga dei tagli Opec+ alla seconda parte del 2019, a causa dell’opposizione soprattutto della Russia, intenzionata a non favorire troppo lo shale oil USA (la cui produzione è in forte aumento) in un contesto di innumerevoli colli di bottiglia dal lato offerta (Libia, Venezuela, Iran ecc). Importante sarà la riunione preliminare Opec+ a Jeddah in Arabia Saudita (formalmente è atteso l’incontro del JMMC, ossia il Joint Ministerial Monitoring Committee dove sono inclusi due paesi non Opec: Russia ed Oman) del 19 maggio, prima della riunione formale del 25/26 giugno a Vienna”.