El-Erian presenta agli investitori i tre lati positivi presenti sui mercati. ‘Che ci crediate o meno esistono’
Da Mohammed El-Erian, ex numero uno di Pimco e voce tra le più ascoltate del mondo della finanza, arriva agli investitori sconfortati da un trimestre e un semestre da incubo un consiglio: valutare la realtà e prendere atto dei forti sell off che si sono abbattuti sulla maggior parte degli asset detenuti, dunque azioni, corporate bod, mercati emergenti, crypto e tanto altro ancora, che non sia stato petrolio e alcune commodities, senza riuscire a trovare riparo neanche nei debiti sovrani, dunque titoli di stato, anch’essi stramazzati dalle vendite. E, allo stesso tempo, considerare anche i fattori positivi che, in questo contesto, esistono, e sono per la precisione tre.
In attesa che gli smobilizzi colpiscano anche il private equity – e così sarà a suo avviso -il responsabile delle consulenze economiche di Allianz ed ex Pimco mette in evidenza quelli che ritiene essere i principali silver linings, ovvero lati positivi, in un articolo appena pubblicato.
El-Erian presenta i tre ‘silver lining’ per chi investe
Il primo ‘silver lining’, ovvero lato positivo è rappresentato dal fatto che, per dirla in gergo, finalmente sui mercati si è fatta un po’ di pulizia e, in alcuni casi, anche troppa: fattore, quest’ultimo, che indica che alcuni asset hanno testato il fondo e che, dunque, potrebbero essere pronti a rimbalzare. El-Erian utilizza termini più eleganti, affermando che, “dopo un periodo in cui il valore degli asset è stato gonfiato in via artificiale e distorto dalle enormi e prevedibili iniezioni di liquidità delle banche centrali”, finalmente “è stato ripristinato del valore sano e più sostenibile”. In poche parole, visto che le bolle speculative in diversi casi sono esplose, quello che è rimasto è ora sostenibile e riflette maggiormente i fondamentali dell’asset a cui si riferisce.
Il secondo lato positivo individuato da El-Erian à che, dopo essere stati colpiti anch’essi dagli smobilizzi, ricalcando il trend dell’azionario, i debiti sovrani o bond governativi hanno imboccato la via della ripresa, riappropriandosi anche del ruolo che li contraddistingue: quello della mitigazione del rischio in portafogli di investimento diversificati. Il recupero delle valutazioni dei debiti sovrani è stato messo in evidenza anche dal recente outlook firmato Barclays, che ha messo in evidenza, per l’appunto, come di recente le dinamiche dei mercati siano cambiate, proprio in quanto chiodo fisso degli investitori è diventato il timore di una recessione, che ha surclassato quello dell’inflazione. Il terzo silver lining presentato da Mohammed El-Erian è il fatto che i tre principali elementi di rischio sui mercati non si sono presentati nello stesso momento.
Per principali fattori di rischio El-Erian intende 1) il rischio legato ai tassi di interesse; 2) quello del credito, e 3) il rischio capace di creare più danni: quello dello stress che colpisce lo stesso funzionamento del mercato. El-Erian ricorda che il sell off sui mercati è partito con la crescita del rischio sui tassi di interesse. Il boom dell’inflazione in diverse parti del mondo, come negli Stati Uniti e nell’area euro, è stato il primo timore scontato dai mercati, che ha scatenato il forte sell off che si è abbattuto sia sulle azioni che sulle obbligazioni.
Questo rischio è stato successivamente seguito dal “rischio sul credito”, scatenato in questo caso dal chiodo fisso della recessione, che si è andato a sostituire al timore di un’inflazione difficile da imbrigliare. Con la sua nota El-Erian ha poi spiegato che, maggiore è la permanenza di entrambi i rischi, più forte è la minaccia che sui mercati si presenti il rischio peggiore: lo stress, per l’appunto, del funzuionamento del mercato.
Detto questo, “per gli investitori che ragionano in un’ottica di lungo termine, sarà vantaggioso nel corso del tempo che i mercati escano dal regime artificiale provocato per troppo tempo dalla Fed, responsabile di quelle valutazioni ‘frothy’, delle distorsioni, dell’allocazione sbagliata delle risorse”. Tutto ciò ha portato infatti “gli investitori a perdere di vista i fondamentali delle aziende e degli stessi paesi sovrani”.