Effetto Draghi e Tria sui BTP: spread a quota 240. Tassi Francia a 10 anni sotto lo zero per la prima volta
Spread a 240 punti base, all’indomani del rally dei BTP (i buy continuano anche oggi) che è stato scatenato da Mario Draghi, numero uno della Bce. Oggi incidono sul trend della carta italiana anche altri fattori: in primis, le rassicurazioni del ministro dell’economia Giovanni Tria, che ha confermato il suo no ai minibot di Claudio Borghi, negando anche una qualsiasi intenzione del governo M5S-Lega di traghettare l’Italia fuori dall’euro.
Altra notizia che fa da assist è quella comunicata da Bankitalia: nel mese di aprile, gli investitori non residenti in Italia (fra cui vi sono anche fondi esteri di clienti italiani,) hanno acquistato BTP per un valore di 10,9 miliardi di euro.
“Gli acquisti hanno riguardato azioni e quote di fondi comuni e, soprattutto, strumenti di debito, di cui 5,2 miliardi di titoli pubblici”. Le passività per “altri investimenti” si sono invece ridotte di 21,2 miliardi, riflettendo il calo della raccolta all’estero delle banche italiane. Le attività sull’estero invece sono diminuite di 2,0 miliardi. I residenti hanno venduto titoli di portafoglio esteri per 6,6 miliardi e hanno invece acquisito attività per “altri investimenti” (principalmente prestiti e depositi) per 4,1 miliardi.
Positiva soprattutto la notizia che conferma l’interesse degli investitori stranieri nei confronti dei titoli di stato italiani.
Sullo sfondo, il debito sovrano italiano beneficia, così come nel caso della carta dell’Eurozona, delle parole che Draghi ha proferito nella giornata di ieri, aprendo il Forum delle banche centrali che la Bce organizza ogni anno a Sintra, in Portogallo.
Draghi ha rilanciato praticamente la sua natura di Whatever It Takes, nel momento in cui ha promesso che la banca centrale non si rassegnerà al livello basso di inflazione, ma agirà laddove sarà necessario ricorrendo a diversi strumenti ancora presenti nel suo arsenale: il riferimento è stato alla possibilità di tagliare ulteriormente i tassi e di espandere, anche, il Quantitative easing.
La prospettiva di una politica monetaria ancora più accomodante ha scatenato ieri le vendite sull’euro e gli acquisti sui titoli di stato dell’Eurozona. Il rally è stato generalizzato e ha portato i tassi decennali francesi a virare in territorio negativo per la prima volta in assoluto – come rende noto il Financial Times -. Effetto domino anche sui bond svedesi (la Svezia non è membro dell’Eurozona), anch’essi sotto lo zero per la prima volta da quando la società Refinitiv ha iniziato a pubblicare i dati sui tassi.
I tassi sui titoli di stato italiani a scadenza decennale sono scesi al 2,112% ed è attorno a questo livello che oggi stanno continuando a oscillare.
Incidono per l’appunto anche le parole di Tria, che al Financial Times ha confermato l’intenzione dell’Italia di rimanere nell’euro e il suo no ai minibot, rispondendo così alla domanda se il fine ultimo dei minibot sia l’uscita dell’Italia dall’euro:
“Non lo so. Spero che non sia questa la realtà. Non credo che lo sia. Come economista non sono d’accordo con questa idea. Sono un ministro e tutto quello che posso dire è che non ne abbiamo bisogno di questo strumento. Quello che posso dire è che nessuno in questo governo crede nella necessità di uscire dall’euro. Questo è sicuro”.
Ancora, Tria ha reso noto che il piano anti-debito che presenterà a Bruxelles per sventare la procedura di infrazione comporterà risparmi di spesa su quota 100 e sul reddito di cittadinanza, liberando tra i 3 e 4 miliardi l’anno prossimo.