Effetto coronavirus e post delusione Bce. Equita SIM taglia tp su banche italiane, ma margini di rialzo ancora alti
Ripresa oggi per il settore bancario italiano, bastonato ieri dalle vendite nell’ambito del crash che ha investito l’azionario globale e che ha portato il Ftse Mib di Piazza Affari a soffrire la seduta peggiore di sempre, con un tonfo del 17% circa. Ad affossare il listino non solo i timori per la diffusione del coronavirus in Italia ma anche la forte delusione per i mercati per la Bce non più WhateverItTakes di Christine Lagarde.
La gaffe di Lagarde sullo spread ha peggiorato il quadro, con lo spread BTP-Bund balzato fin oltre quota 270 punti base.
Oggi l’indice settoriale Ftse Italia Bank All Shares è in forte ripresa, nell’ambito di un mercato azionario che rialza la testa e che vede il Ftse Mib riportare un forte rally, complice anche il divieto di short selling su 85 titoli di Piazza Affari.
Occhio al report di Equita SIM, che fa il punto della situazione, cercando di stimare in un report in uscita le conseguenze sul settore bancario italiano del Covid-19 e gli effetti delle politiche ECB annunciate ieri. Equita ha sforbiciato i target price di diversi titoli bancari italiani. C’è da dire, tuttavia che, complice il crollo delle azioni avvenuto alle azioni, i prezzi obiettivo rimangono decisamente superiori ai valori dei titoli interessati.
Giovanni Razzoli di Equita, nella nota, ha fatto riferimento anche allo scenario del rallentamento del Pil italiano che i titoli stanno scontando:
- In base ai nostri calcoli, la price action delle banche nelle ultime 3 settimane sconta un calo del Pil del 2020 >2% con un aumento di 1,5x delle probabilità di default sopra al 2% (rispetto all’ 1,3% del 2019) – si legge nel report -nelle nostre stime ipotizziamo un calo del Pil di circa il 2% nel 2020 e una leggera ripresa nel 2021, con un taglio medio dell’eps (utile per azione) del 2020 >15%”
- Le banche maggiori (Intesa SanPaolo e UniCredit) tendenzialmente più efficienti (C/I c50%) e/o i player con asset quality migliore (CE ovvero Credito Emiliano) e/o con business molto diversificati (Mediobanca) registrano aggiustamenti di Eps inferiori alla media.
- In base ai nostri calcoli, le banche possono sopportare – prima di compromettere i ratio patrimoniali e a parità di altre condizioni – un aumento cumulato su 3 anni di 150 miliardi dei flussi di NPE (non performing exposures) pari ad un default ratio annuo del 4%, ie 3x sopra il run-rate 2019. Intesa SanPaolo e Credito Emiliano sono le banche che possono sopportare scenari più negativi (aumento di 4x e 7x del default rate);
- Le iniziative annunciate dalla ECB ieri vanno nella direzione auspicata perché consentono temporanea flessibilità sul capitale: mediante l’utilizzo del Capital Conservation Buffer (250 punti base), le banche possono utilizzare 33 miliardi di capitale per far fronte a nuovi NPE (o evitare credit crunch) e contrastare altri 82 miliardi di nuovi flussi – equivalenti ad un default rate annuo del 3,4%. Anche l’EBA dovrebbe attenuare la pressione regolamentare (ci attendiamo sospensione applicazione guidelines, TRIM, calendar provisioning ecc), previsto posponimento al 2021 degli stress-test”.
Equita SIM prosegue, sottolineando che “le nuove manovre di politica monetaria rendono – fine a giugno 2021 – ancora più vantaggioso il TLTROIII (-25 punti base) e agevole il raggiungimento delle condizioni per ottenere il bonus (impieghi flat vs prec. +2,5%) con un impatto positivo sul NII (margine netto di interesse) relativo al 2020-21 di 1,6%”.
Per alcuni titoli delle banche italiane, il contesto che vive ora l’Italia con l’emergenza coronavirus rende però “lo scenario macro più sfidante”.
- E’ il caso di Banca Popolare di Sondrio (rating HOLD), il cui target price è stato tagliato da Equita SIM di ben il 19% a 2,3, rispetto agli 1,27 euro della chiusura di ieri del titolo. “Al target price il titolo tratterebbe con PE 2021E di 12,1x e PTE di 0,36x”, scrive a la SIM. Per lo stesso motivo, vengono tagliati i target price di Bper (-10% a 4,3, rispetto a 2,07 del valore di chiusura di ieri, con rating HOLD).
- Idem Credem, “a seguito della revisione delle stime effettuata per incorporare uno scenario macro più sfidante a seguito della diffusione di Covid-19”. In questo caso il target price viene ridotto del 15% a 5,4 euro, rispetto ai 3,59 euro della chiusura di ieri, a fronte di un rating HOLD. Sempre per lo scenario macro più sfidante Equita SIM ha tagliato il target price di Credito Valtellinese del -17% a 0,07 euro, rispetto ai 0,04 euro della chiusura di ieri, a fronte di un rating BUY.
- Taglio target price anche per Banco BPM con una riduzione del -13% a 2,5 euro rispetto al valore di chiusura del titolo di ieri a 1,1 euro e a fronte di un rating BUY (al target price il titolo tratterebbe con PE 2021E di 8.5x e PTE di 0.38x), mentre il target price di Banca Mps viene abbassato del “-15% a 1,4 euro”, rispetto al valore di chiusura di ieri di 1 euro e a fronte di un rating HOLD. Equita aggiunge che “al target price il titolo tratterebbe con PE 2021E di 8.1x e PTE di 0.2x”.
- Colpita dalla sforbiciata del target price è anche Intesa SanPaolo: “A seguito della revisione delle stime effettuata per incorporare uno scenario macro più sfidante a seguito della diffusione di Covid-19, riduciamo il target price di Intesa SanPaolo del -9% a 2,4 euro, rispetto agli 1,46 euro della chiusura di ieri e a fronte del rating HOLD. Al target price il titolo tratterebbe con PE 2021E di 10.1x e PTE di 1.0x”.
- Il target price di Mediobanca viene ridotto del 7% a 10,9 euro, rispetto a 4,83 euro del valore di chiusura di ieri e a fronte del rating BUY. “Al target price – viene precisato dalla Sim – il titolo tratterebbe con PE 2021E di 11.4x e PTE di 1.1x”.
- Cade la scure anche sul target price di Ubi Banca, preda di Intesa SanPaolo. In questo caso l’obiettivo sul prezzo è stato tagliato del 22% a 3,2 euro, rispetto ai 2,22 del valore di chiusura di ieri e a fronte di un rating HOLD. Equita spiega che il target price di Ubi “è calcolato applicando il concambio di offerta al prezzo di mercato di Intesa SanPaolo del giorno precedente”, aggiungendo che “al target price il titolo tratterebbe con PE 2021E di 7,3x e PTE di 0,49x)”.
- Infine, “riduciamo il target price di UniCredit del 8% a 15,9 euro, rispetto ai 7,07 del valore di chiusura del titolo di ieri e a fronte di un rating BUY. Al target price il titolo tratterebbe con PE 2021E di 7.9x e PTE di 0.64x”.