Conflitto Russia-Ucraina: gli effetti sui conti e in Borsa per le italiane Leonardo e Fincantieri
È passato oltre un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina, che ha profondamente ridefinito le priorità di sviluppo e investimento non solo per i Paesi del vecchio continente, ma anche del resto del mondo. Lo scenario mondiale è profondamente mutato e l’esigenza di sicurezza è diventata prioritaria, spiega il report dell’Area Studi di Mediobanca sui 30 principali gruppi mondiali della difesa.
L’aggressione russa ha portato molti Paesi europei, fra cui l’Italia, ad aumentare le spese per potenziare i propri strumenti difensivi al 2% del Pil, come stabilito dalla Nato. Come si legge nel report della banca d’affari, gli effetti di questa mutata percezione si vedono sia in Borsa, dove i titoli delle multinazionali della difesa hanno realizzato le migliori performance nel 2022, sia nell’analisi dei loro investimenti, mediamente in crescita a una velocità più che tripla rispetto ai ricavi.
Italia pesa il 4,7% del giro d’affari mondiale per la difesa
Nel 2022 il giro d’affari aggregato dei primi trenta gruppi mondiali con prevalente specializzazione nella difesa è stato di 432 miliardi di euro, di cui 316 mld l’Area Studi Mediobanca stima siano generati esclusivamente dallo stesso comparto (+4% sul 2021 e +10,5% sul 2019), e la previsione è che nel 2023 ci sia un ulteriore incremento dei ricavi stimato nel 6% rispetto al 2022 per l’aumento dei budget nazionali in risposta alle crescenti tensioni geopolitiche. È quanto si legge nell’analisi dell’Area Studi Mediobanca.
Il panorama mondiale della difesa è dominato dai player statunitensi con una quota del 74% del totale, seguiti dai gruppi europei con il 22% e da quelli asiatici con il 4%. È quanto si legge nell’analisi dell’Area Studi Mediobanca, secondo cui l’Italia, con Fincantieri e Leonardo, conta per il 21% del giro d’affari europeo e per il 4,7% di quello mondiale. Entrambi i gruppi italiani hanno registrato un incremento superiore alla media dei ricavi nel 2022: Fincantieri con +8,1% e Leonardo con +4,1%.
L’aumento degli investimenti lo scorso anno è stato del 13,2% a 12 miliardi di euro considerando tutti i gruppi mentre è stato del 4% per Fincantieri e del 3,3% per Leonardo. In calo la redditività aggregata dei trenta big (dall’8% al 7,3% in termini di ebitda margin) ma Leonardo è sopra la media con 8,3% mentre Fincantieri ha registrato -0,1%. È quanto si legge nell’analisi dell’Area Studi Mediobanca.
Il bilancio in Borsa, Leonardo +78% da inizio conflitto
Nel 2022 il rendimento azionario dei player della difesa (dividendi inclusi) è pari al +34,6%, ben al di sopra del -11% segnato dall’indice azionario mondiale. Nel primo trimestre 2023 il valore aggregato segna +0,2%, con quarto miglior rendimento per Leonardo (+34,2%) e ottavo per Fincantieri (+11,6%) in base all’analisi dell’Area Studi Mediobanca.
Dai grafici sottostanti (fonte Bloomberg) si può vedere la performance dallo scoppio del conflitto (24 febbraio 2022) ad oggi dei due titoli italiani della difesa: Leonardo mostra un guadagno del 78%, mentre Fincantieri un rialzo del 7%.
Per quanto riguarda la capitalizzazione delle multinazionali della difesa, questa si attesta a 736 miliardi di euro a fine 2022, pari allo 0,8% del valore complessivo delle borse mondiali (0,5% a fine 2021). Mediamente la capitalizzazione risulta quattro volte superiore ai mezzi propri, con le italiane fra le meno valorizzate dalla Borsa: Fincantieri quota 1,5 volte il capitale netto e Leonardo 0,6 volte. A fine marzo 2023, si legge nel report dell’Area Studi Mediobanca, la capitalizzazione aggregata segna 721 miliardi di euro, di cui l’80% in capo ai gruppi a stelle e strisce.