Ecco perchè Amazon potrebbe essere il prossimo cigno nero dei mercati
Per i mercati, il prossimo cigno nero potrebbe essere Amazon. E’ quanto scrive Lawrence McDonald, ex responsabile della divisione di strategia macro di Société Générale, in un articolo di Cnbc, sito per cui collabora. Nell’articolo “Why Amazon could be the next black swan for the market”, ovvero “Perchè Amazon potrebbe essere il prossimo cigno nero per il mercato”, McDonald esordisce affermando che “Amazon appare intoccabile”.
“Il titolo ha segnato un rally del 37% quest’anno, facendo meglio del mercato di quasi quattro volte. E un trimestre splendido, reso noto lo scorso mese, ha portato quasi 25 società a rivedere al rialzo i target price relativi alle quotazioni del gigante dell’e-commerce; alcune di loro hanno presentato target price che vedrebbero il gruppo superare anche la soglia di $1 trilione“.
Eppure, “a questo punto, sospetto che il cigno nero abbia già spiccato il volo”. Il motivo di questo pessimismo, per l’esperto, è la massiccia presenza del titolo di Amazon in molti veicoli di investimento passivo. Una presenza che viene definita “schiacciante”.
“Amazon è al top in più di 140 ETF. Un evento di liquidità sulle sue azioni – scatenato per esempio dall’ordine con cui l’amministrazione Trump ha imposto la creazione di una task force per studiare le eventuali difficoltà finanziarie del Servizio Postale Usa, che ha perso $65 miliardi dalla recessione degli anni 2007-2009 e che potrebbero secondo il presidente essere dovute anche al fattore Amazon – darebbe il via a nostro avviso a un sell irrefrenabile”.
McDonald ricorda il trend in atto, che da mesi vede gli investitori mostrare un forte appetito soprattutto verso i titoli tecnologici.
“Oggi, il settore tecnologico rappresenta quasi il 30% di tutti i portafogli dei fondi di investimento che puntano sulle large cap: è come se si parlasse di un incidente che sta solo aspettando di avvenire”.
Lo strategist si riferisce a un trend che “non è niente altro che una overdose passiva di titoli tecnologici, che implica un considerevole rischio al ribasso”.
“Chi potrebbe mai dimenticare la grande abbuffata sul settore finanziario che portò alla crisi? Nel 2007, i titoli di banche e assicurazioni rappresentavano quasi il 24% dell’indice S&P 500. Oggi, la capitalizzazione del settore tech pesa quasi il 26% dell’intero valore di mercato”. E basta questo, secondo McDonald, ad allertare investitori e trader.