Draghi frainteso. Bce torna a rassicurare i mercati. L’euro ritraccia da record Brexit, in ripresa bond e borse. E BOE scatena boom sterlina
Ancora una volta i mercati hanno frainteso le parole di Mario Draghi, numero uno della Bce. A dirlo sono stati alcuni stessi funzionari della Bce che, nel corso del Forum che la Bce ha inaugurato a Sintra, in Portogallo, hanno rassicurato gli investitori sul fatto che la politica monetaria dell’Eurozona rimarrà accomodante. Effetto immediato sugli asset finanziari.
L’euro-dollaro è sceso dal record in un anno testato nelle ultime ore e sostenuto proprio dalle speculazioni dei mercati su un tapering più o meno imminente della Banca centrale europea. La moneta unica ritraccia così dal record in un anno toccato attorno a $1,1379, il livello praticamente più alto dal referendum sulla Brexit del giugno del 2016. Dopo il balzo +1,4% di martedì, l’eur-usd viene scambiato alle 15.31 ora italiana a $1,1337.
I bond dell’Eurozona, martoriati nelle precedenti battute, recuperano terreno, e a virare in territorio positivo sono sia Wall Street che l’azionario europeo. In particolare, l’indice S&P 500 sale +0,5% dopo aver perso ieri -0,8%, il record dallo scorso 17 maggio, trascinato al ribasso dai titoli del settore tecnologico e healthcare.
“Merito” di alcuni banchieri, come Vitor Constancio, vice presidente della Bce che, in un’intervista rilasciata alla Cnbc ha tenuto a precisare che le “pressioni inflazionistiche rimangono moderate anche in un contesto di ripresa economica che, di per sé, avrebbe già dovuto alimentare la crescita dei prezzi e dei salari.
“Se vogliamo riportare l’inflazione al nostro target, al di sotto ma vicino al 2%, dobbiamo persistere nel tipo di politica monetaria che stiamo adottando”.
Reuters ha inoltre riportato, sulla base di quanto appreso da fonti vicine a Draghi, che “l’intento del numero uno della Bce era quello di indicare tolleranza verso un periodo di inflazione più debole, e non una stretta monetaria imminente”.
Il Consiglio direttivo della Bce si riunirà il prossimo 20 luglio. Gli economisti ritengono che esista una probabilità piuttosto bassa di un cambiamento sostanziale all’indirizzo di politica monetaria, almeno fino al prossimo meeting del 7 settembre.
Alle 15.40 circa ora italiana il Ftse Mib sale dello 0,52%, a quota 20.898 punti, assistendo al rialzo soprattutto di UniCredit +3% circa, Mediaset +1,8%, Buzzi Unicem e Intesa SanPaolo. Sul mercato dei titoli di Stato lo spread BTP-Bund a 10 anni ritraccia, scendendo dello 0,48% a 166,40 punti base. In realtà a far scendere il differenziale non è il calo dei tassi sui BTP (che salgono invece dell’1,68% al 2,05%), quanto il balzo dei rendimenti decennali dei Bund tedeschi, che volano +12%, avvicinandosi allo 0,40%.
L’euro-dollaro, dopo aver digerito le rassicurazioni della Bce, torna lievemente a salire, a $1,1364.
Il dollaro è scambiato in calo sullo yen a JPY 112; la sterlina segna un corposo rally, +1% circa, a $1,2934, guardando alle dichiarazioni di Mark Carney, che afferma che la rimozione degli stimoli monetari potrebbe diventare a un certo punto necessaria, a causa dell’aumento delle pressioni inflazionistiche.