Draghi: crescita sempre più solida ma stimoli monetari sono ancora necessari
Un Pil reale che cresce da 16 trimestri consecutivi, un tasso di disoccupazione ai minimi dal 2009 e indici di fiducia a livelli che non si vedevano da sei anni (e attesi in ulteriore miglioramento). Questi i tre fattori positivi citati da Mario Draghi nel corso del discorso introduttivo all’audizione davanti al Comitato Affari economici e monetari del Parlamento Europeo.
“I rischi al ribasso per l’outlook di crescita sono in ulteriore diminuzione e alcuni tra i rischi sistemici che abbiamo affrontato alla fine dello scorso anno sono scesi in maniera considerevole”, ha detto il chairman. “Il fatto che la domanda domestica e gli investimenti siano i primi motori della ripresa fa sì che questa sia più robusta e resiliente ai rischi ribassisti, per lo più legati a fattori esterni”.
L’andamento dei prezzi non permette di abbassare la guardia. “Le forze che spingono l’inflazione si confermano lievi. Le pressioni domestiche in arrivo dai costi, e, in particolare, quelle in arrivo dalle retribuzioni, sono ancora insufficienti a garantire una convergenza dell’inflazione, durevole e auto-sostenuta, verso i nostri obiettivi di medio termine”.
Per raggiungere questo obiettivo, “abbiamo ancora bisogno di condizioni finanziarie decisamente accomodanti, che dipendono a loro volta da una sostanziale quantità di espansione monetaria”.
Un contesto caratterizzato da un ampio supporto monetario “è ancora necessario alla luce dell’attuale livello di sotto-utilizzazione delle risorse […] e per far tornare l’inflazione, in maniera duratura, verso un livello vicino al 2%”.