Notizie Valute e materie prime Doccia fredda AIE sul petrolio, prezzi crollano ai minimi dal 2002

Doccia fredda AIE sul petrolio, prezzi crollano ai minimi dal 2002

15 Aprile 2020 16:03

Petrolio ancora in balia della volatilità con quotazioni del WTI scivolate sotto la soglia dei 20 dollari al barile. Il prezzo del petrolio, già sceso del 10% ieri, oggi è sceso fino a 19,21 dollari, sui minimi dal 2002, per poi riportarsi a cavallo di quota 20$. Male il Brent che cede oltre il 4% a 28$.

L’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) prevede nel 2020 una domanda globale di greggio con un crollo record di 29 milioni di barili al giorno (bpd) della domanda di petrolio ad aprile, a livelli mai visti in 25 anni e nell’intero 2020 il calo sarà di 9,3 milioni di barili al giorno. Uno shock di domanda che a detta dell’AIE non può essere compensato da quanto deciso settimana scorsa dall’Opec+ che ha concordato un taglio del’output di 9,7 mln di barili per i mesi di maggio e giugno. “Non esiste un accordo fattibile che possa tagliare l’offerta abbastanza da compensare tali perdite di domanda a breve termine – rimarca l’AIE -. Tuttavia, i risultati della settimana scorsa sono un solido inizio”.

L’AIE ha dichiarato di attendersi ancora maggiori dettagli su alcuni tagli di produzione pianificati e proposte per l’utilizzo di scorte strategiche, rilevando che Stati Uniti, India, Cina e Corea del Sud hanno offerto o stanno prendendo in considerazione tali acquisti. “Se i trasferimenti in stocks strategici, che potrebbero arrivare a 200 milioni di barili, dovrebbero avvenire nei prossimi tre mesi circa, potrebbero rappresentare circa 2 milioni di barili di petrolio ritirati dal mercato”, ha affermato l’AIE.

Tagli Opec+ non bastano 

Domenica l’OPEC+ ha trovato un accordo per ridurre la produzione di 9,7 milioni di barili al giorno (bpd) a maggio e giugno. Questo taglio dell’output sarà quindi ridotto a 7,7 mln di barili al giorno nel secondo semestre dell’anno e ulteriormente ridotto a 5,8 mln di barili da gennaio 2021 fino a fine aprile 2022.

Sebbene questi tagli siano significativi, gli analisti prevedono ancora un notevole surplus produttivo nel secondo trimestre. Guardando alla seconda metà dell’anno, l’evoluzione della domanda rimane la variabile più incerta in quanto c’è il concreto rischio che i lockdown permangano nei vari paesi anche nel secondo semestre e che quindi il il recupero della domanda previsto per l’ultima parte di quest’anno non sia tale.