Dividendi banche: Ue auspica approccio comune ma decisione spetta ai singoli istituti
Alert dividendi in tutta Europa. La prima a muoversi è stata la Finans Inspektionen, la Consob svedese, raccomandando alle banche del Paese di non pagare i dividendi già comunicati per il 2019. A seguire la Bafin, la Consob tedesca, che ha esortato le banche ad “astenersi dal riacquisto di azioni e a pensarci due volte prima di pagare dividendi e bonus“.
Dividendi: come si sono mosse le banche finora in Ue e in Italia
Ma c’è anche chi si è mosso in autonomia come la Danske Bank che la scorsa settimana ha comunicato il posticipo della cedola per via dello slittamento dell’assemblea dei soci, la spagnola Banco Santander è la prima grande banca della zona euro ad annunciare che avrebbe spostato al 2021 il pagamento intermedio della cedola previsto per novembre e andrà a rivedere il suo dividendo per l’intero anno 2020. E in Italia? Nel nostro paese sostanzialmente tutte le banche prevedono, per il 2021, un dividendo per azione in crescita rispetto al 2020. Intesa Sanpaolo ha confermato che porterà all’assemblea del 27 aprile il dividendo previsto a 0,192 euro per azione ordinaria, così anche UniCredit ha dichiarato che all’assemblea del prossimo 9 aprile proporrà ai soci la distribuzione di un dividendo 2020 di 0,63 euro. La federazione bancaria europea, in una lettera riservata ai 3,500 istituti aderenti, avrebbe auspicato l’adozione di un approccio condiviso sulle politiche di dividendo per il 2021.
Equita: decisione sui dividenti resta della singola banca
“E’ molto difficile raggiungere un accordo preciso in tema di dividend policy viste le notevoli differenze company specific che caratterizzano le varie banche (ie capitale, redditività, profilo di rischio)” commentano gli analisti di Equita Sim secondo cui allo stesso modo, sembra improbabile un intervento diretto dei regolatori che ponga limitazioni alla distribuzione dei dividendi.
“Non è invece escluso che il regolatore adotti un approccio più rigido sui piani di buyback, che devono essere sottoposti e approvati dalla ECB (ad oggi MB e UCG prevedono di adottare piani di buyback come parte della dividend policy). La decisione sulla distribuzione di dividendi resta quindi, in ultima istanza, in capo al management delle singole banche”.