Dimissioni Cohn zavorrano sentiment azionario, sul Ftse Mib fari puntati su Telecom, FCA e Poste Italiane
I timori sul protezionismo di Donald Trump, alimentati dalla notizia delle dimissioni di Gary Cohn, consigliere economico numero uno alla Casa Bianca, mettono sotto pressione l’azionario globale. L’avversione al rischio porta gli investitori a preferire lo yen, considerato per sua natura valuta rifugio, e i bond. Sul fronte spread, la situazione rimane sotto controllo: il differenziale rimane stabile attorno a 131 punti base circa, a fronte di tassi decennali sui BTP sotto la soglia del 2%.
A Piazza Affari il Ftse Mib riesce a contenere le perdite, e vede tra i titoli migliori Poste Italiane, dopo che, insieme ad Anima Holding, ha sottoscritto gli accordi definitivi per il rafforzamento della partnership nel risparmio gestito.
Fa dietrofront invece, dopo un avvio positivo, Telecom Italia, che ieri era volata del 6%, sulla scia della notizia del possibile ingresso nell’azionariato del fondo Elliott per contrastare la strategia di Vivendi, maggiore azionista del gruppo di tlc.
Telecom Italia ha comunicato oggi conti e un piano che non hanno scaldato il mercato. Il piano prevede la separazione rete, e la creazione di una società separata controllata al 100%.
FCA sotto pressione, dopo che l’AD Sergio Marchionne, riferendosi agli investitori cinesi, ha affermato che “non ne abbiamo bisogno”, aggiungendo comunque che, se il gruppo cinese facesse acquisti di azioni Fca in borsa, questi “sarebbero graditi. Non ho nulla in contrario, ma non sono io la persona cui fare questa domanda, bisogna chiedere agli azionisti”.
Indiscrezioni di stampa avevano riportato che i cinesi di Geely avevano presentato un’offerta per il gruppo Fca, ma alla fine non è stato raggiunto un accordo sul prezzo.
Focus sulle banche, con Intesa SanPaolo che sale di oltre mezzo punto percentuale dopo il giudizio di Barclays, che ha alzato il target price sul titolo da 3,5 a 3,65 euro, a fronte di un rating overweight. Occhio anche a Bper, sulla scia delle indiscrezioni secondo cui la Fondazione Carisbo sarebbe entrata nel capitale con l’1,3%.
Tra i titoli di altri settori, fari su YNAP, che ha assistito a un rialzo dei ricavi ma a un calo degli utili.
Fuori dal listino occhio alle novità che riguardano Banca Carige, con il no all’ingresso nel cda di Raffaele Mincione, socio con oltre il 5%, e le perdite del 2017, salite per ulteriori rettifiche.