Notizie Notizie Italia Di Maio come Erdogan? ING vede un elemento in comune, mentre esplodono tassi BTP a due anni

Di Maio come Erdogan? ING vede un elemento in comune, mentre esplodono tassi BTP a due anni

13 Agosto 2018 13:23

La settimana dei mercati inizia con la febbre dello spread BTP-Bund, che balza fino al record dal mese di maggio: i tassi sui BTP decennali volano fino al 3,07%, sfondando così il muro psicologico del 3%, con un rialzo superiore a +2%. I tassi sui Bund decennali scendono di oltre il 3%, allo 0,3090%, a conferma dei buy che continuano a interessare la carta tedesca.

Il risultato è che lo spread decennale sale di oltre +3%, arrivando nei massimi intraday a posizionarsi a un soffio da 280 punti base. I sell attaccano soprattutto i BTP a due anni, con i tassi che volano fino a +18 punti base all’1,34%, al record in più di una settimana.

L’alta tensione sui BTP è alimentata da una serie di motivi: sullo sfondo, la prima ragione che spiega gli smobilizzi sulla carta italiana, è sempre quella: la paura e l’ansia crescenti per la manovra 2019, su cui il governo M5S-Lega sta lavorando. Oggi concorrono però altri motivi, tra cui le dichiarazioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, in colloquio con la Bce sul rischio Italia. Giorgetti rivela in un’intervista rilasciata a Libero cosa gli ha detto Mario Draghi, ammettendo contestualmente di ritenere che gli attacchi speculativi contro l’Italia ci saranno.

“Sono preoccupato il giusto, ma l’attacco io me lo aspetto: i mercati sono popolati da affamati fondi speculativi che scelgono le loro prede e agiscono. Abbiamo visto cos’è accaduto a fine agosto nel ’92 e sette anni fa con Berlusconi“.

In un’altra intervista rilasciata al Corriere della Sera, il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio cerca di smorzare le preoccupazioni:

“Io non vedo il rischio concreto che questo governo sia attaccato – dice, praticamente smentendo Giorgetti – è più una speranza delle opposizioni. E se qualcuno vuole usare i mercati contro il governo, sappia che non siamo ricattabili. Non è l’estate del 2011 e a Palazzo Chigi non c’è Berlusconi, che rinunciò per le sue aziende»”.

In questa situazione c’è chi, riferendosi a Giorgetti, afferma che il braccio destro di Matteo Salvini ha peccato di ingenuità, consegnando l’Italia agli squali della finanza su un piatto d’argento, rivelando le paure del governo; c’è però anche chi ritiene che parte della tensione sullo spread sia da attribuire proprio alla frase di Di Maio, secondo cui l’Italia non sarebbe ricattabile.

In particolare, Bloomberg riporta la nota di Martin van Vliet, strategist sui tassi di interesse per ING Groep, secondo cui responsabile della tensione dello spread sarebbe anche il vicepremier Luigi Di Maio che, nel proferire la frase secondo cui “non siamo ricattabili” adotta anche un tono in stile Erdogan. 

Assistiamo – spiega van Vliet – semplicemente a una fuga verso gli asset più sicuri (appunto, i Bund) con la periferia e in particolare i BTP di breve termine che vengono colpiti in modo relativamente forte. Il commento di Di Maio sugli attacchi speculativi è un altro fattore che non viene visto positivamente, visto che tali dichiarazioni sembrano riprendere le frasi che arrivano dalla leadership turca, ovvero il riferimento di Erdogan alla guerra economica combattuta contro la Turchia.