Deutsche Bank: al via maxi-ristrutturazione. Tagli di 18.000 dipendenti e addio a Equity Sales and Trading
Quella annunciata nelle ultime ore, sarà la più grande ristrutturazione della storia di Deutsche Bank. Si apre una nuova pagina per la banca più grande della Germania, che negli ultimi anni ha visto capitolare il prezzo delle sue azioni dai 112 euro record testati nel periodo precedente la crisi finanziaria, al prezzo attuale di 7 euro. Un prezzo che è anche superiore del 16% rispetto al minimo storico testato a giugno.
Il piano annunciato a seguito della riunione del consiglio di sorveglianza della banca si impernia sull’uscita del colosso tedesco dal business del Global Equity (azionario globale) e sul licenziamento di 18.000 dipendenti.
“La ristrutturazione si tradurrà in un taglio del numero di posizioni equivalenti a tempo pieno di 18 mila entro il 2022, per ridurre la forza lavoro a circa 74 mila persone“, si legge in un comunicato della banca, rilasciato a seguito del meeting. L’esecuzione del piano comporterà costi pari a a 7,4 miliardi di euro, entro la fine del 2022.
A tal proposito Deutsche Bank prevede, proprio a causa degli oneri che inizierà a sostenere, una perdita di ben 2,8 miliardi nel secondo trimestre del 2019.
I risultati di bilancio della banca relativi al secondo trimestre dell’anno saranno resi noti il prossimo 25 luglio.
Così ha commentato, in un’intervista rilasciata al canale televisivo Cnbc, il direttore finanziario James von Moltke:
“I tagli al personale sono dolorosi per noi tutti. Ma purtroppo sono necessari per riorientare l’organizzazione”.
Von Molke ha confermato che Deutsche Bank uscirà totalmente dal business dell’Equity Sales and Trading, riducendo la sua presenza anche nel settore FICC (reddito fisso, commodities e valute).
Alla domanda sul perché gli investitori dovrenbbero tornare a riposizionarsi sul titolo, il manager ha risposto: “Ci stiamo allontanando da quelli che sono i business più volatili, per puntare su business che sono molto stabili e molto prevedibili. Gli investitori se ne renderanno conto, e vedranno come cercheremo di centrare i target fissati. Riteniamo dunque che ci sarà un re-rating significativo della società”.
Nel comunicato diramato dopo la riunione che ha decretato la svolta per la banca, si legge anche che Deutsche Bank finanzierà la trasformazione con “le risorse esistenti” e che manterrà “il minimo richiesto del Common Equity Tier 1 ratio del 12,5%”. Ancora, “la banca prevede di realizzare il piano senza aver bisogno di ricorrere a un aumento di capitale”.
Il titolo Deutsche Bank è scivolato al minimo di sempre, a 6,3 euro, dopo la notizia del flop delle trattative per una fusione con la rivale Commerzbank, scontando poi anche le dichiarazioni rilasciate dall’amministratore delegato Christian Sewing, che aveva pre-annunciato nelle ultime settimane un round di tagli pesanti, nell’ambito di un piano volto a ridurre la propria divisione di investment banking.
Da segnalare che alla fine di aprile, nel comunicare i propri risultati di bilancio, Deutsche Bank ha rivisto al ribasso il target sul fatturato dell’intero anno, che ora prevede piatto rispetto al lieve rialzo atteso in precedenza.
L’istituto, pur riportando nel primo trimestre utili netti in crescita del 67% su base annua, a 201 milioni di euro, ha sofferto il suo nono trimestre consecutivo di calo del giro d’affari. Il common equity tier-1 ratio, che indica la solidità patrimoniale di una banca, si è attestato al 13,7% alla fine del primo trimestre. E ora è previsto scendere ulteriormente.