Deficit e debito Italia: per l’Ue la riduzione si fermerà, con Pil più debole, tassi BTP e spese pensioni più alte
Il percorso di riduzione del deficit italiano si fermerà e il boom dei tassi dei BTP in un contesto di crescita più lenta del Pil dell’Italia, farà salire la spesa per gli interessi sul debito. E’ quanto prevede la Commissione europea, che oggi ha pubblicato le sue nuove proiezioni economiche dell’area euro nella nota “Autumn 2022 Economic Forecast”.
Bruxelles scrive di stimare uno stop nel percorso di riduzione del deficit-Pil – che è stato sostenuto anche dalla crescita economica – e, di conseguenza un rallentamento nella riduzione del debito pubblico” nel 2024″, spina eterna nel fianco dell’Italia.
In particolare, “il deficit del governo dovrebbe scendere dal 7,2% del Pil del 2021 al 5,1% nel 2022″. Trend dunque in discesa.
L’Ue ricorda che “la legge di bilancio del 2022 (sfornata dal governo Draghi) conteneva già misure che avrebbero aumentato il deficit, inclusa l’ulteriore riduzione del cuneo fiscale sul lavoro. In più, il governo ha adottato diversi pacchetti di stimoli fiscali dall’inizio dell’anno, soprattutto per mitigare l’impatto sociale ed economico dei prezzi energetici più alti (problema #caroenergia #carobollette innescato dalle conseguenze della guerra in Ucraina e dalle sanzioni imposte contro la Russia di Vladimir Putin)”.
Per la precisione, “il costo totale delle misure di sostegno temporanee date in risposta agli elevati prezzi energetici è stimatoal 2,6% del Pil nel 2022, al netto delle entrate fiscali che derivano dalle tasse sugli extraprofitti delle aziende energetiche. Entrate positive e riduzioni in alcuni stanziamenti contribuiscono a compensare i costi delle misure di sostegno contro il caro energia”.
“Nel complesso – si legge nell’outlook dell’Ue dedicato all’Italia – la spesa primaria dovrebbe scendere (nel 2022), a seguito del ritiro delle misure fiscali legate alla pandemia e alla riduzione significativa degli investimenti pubblici, principalmente per i ritardi nei progetti finanziari dall’RRF (Recovery and Resilience Facility).
“Dall’altro lato – si legge nelle nuove previsioni della Commissione europea – le spese per interessi sul debito sono attese in crescita al 4% del Pil dal 3,6% del 2021, a causa dei rendimenti più alti dei BTP (focus dunque sullo spread BTP-Bund). Questa previsione presuppone anche che il rinnovo della maggior parte dei contratti sui salari dei dipendenti pubblici del periodo 2019-2021 incrementi i costi dei salari nel 2022. In assenza di una legge di bilancio per il 2023 (a cui il governo Meloni sta lavorando), il deficit-Pil è atteso scendere in calo al 3,6% del Pil nel 2023, con la flessione della spesa primaria e il ritiro delle misure a sostegno lanciate contro il caro energia. Questa riduzione sarà però in parte compensata da spese pensionistiche più alte a causa dell’indicizzazione all’inflazione e dall’aumento degli investimenti”.
Inoltre, “i tassi dei bond (dunque dei BTP) continueranno probabilmente a mettere sotto pressione i costi di finanziamento del debito, con le spese per interessi che dovrebbero rimanere stabili al 4% del Pil”.
La Commissione stima così un aumento del deficit-Pil dell’Italia al 4,2% nel 2024, sulla scia di un aumento delle “tasse attuali a un ritmo più lento rispetto alla crescita del Pil nominale, a fronte di spese per le pensioni più alte”.
Ancora, “le spese per interessi dovrebbero salire ulteriormente al 4,1% del Pil”.
La Commissione europea ha snocciolato anche le nuove stime sul debito-Pil dell’Italia atteso in ribasso dal 150,3% del 2021 al 144,6% nel 2022, grazie alla crescita economica e all’impatto favorevole degli aggiustamenti stock-flussi. Il debito-Pil dovrebbe poi scendere lievemente al 142,6% nel 2024″.
Le proiezioni, ha sottolineato Bruxelles, “si basano sul presupposto di politiche invariate, in quanto le elezioni politiche di fine settembre e la successiva formazione del nuovo governo (Meloni) hanno ritardato l’adozione dei piani di bilancio per il 2023″.
Per quanto riguarda il Pil dell’Italia, la Commissione Ue ha sottolineato nella nota diramata oggi (Autumn 2022 Economic Forecast), che “lo shock dei prezzi energetici e il peggioramento dell’outlook esterno sono fattori destinati ad avere un impatto e a spingere l’economia italiana in una fase di contrazione, nel corso di questo inverno”. Ciò porta a dire che, “grazie alla solida crescita riportata nei primi tre trimestri dell’anno, l’espansione del Pil su base reale è attesa al ritmo del 3,8% nel 2022, prima di rallentare al ritmo pari a +0,3% nel 2023 e recuperare dell’1,1% nel 2024”.
Il tasso di inflazione in Italia è atteso balzare all’8,7% nel 2022 e a moderare il passo, scendendo fino al 2,3% entro il 2024. Rispetto al precedente outlook, la Commissione europea ha migliorato l’outlook sul Pil del 2022 a una crescita del 3,8% rispetto alla precedente espansione attesa al ritmo del 2,9% su base annua, ma ha rivisto nettamente al ribasso le previsioni sul Pil del 2023, dal +0,9% al +0,3%. Nel nuovo outlook si legge anche che la Commissione Ue stima un tasso di disoccupazione in Italia in ribasso all’8,3% nel 2022 e in crescita all’8,7% nel 2023, prima di rallentare all’8,5% nel 2024.