Decreto Carige: Tesoro mette a disposizione subito 1,3 miliardi. Garanzie bond fino a 3 miliardi
Il decreto legge Carige, varato dal governo M5S-Lega per mettere in sicurezza la banca ligure, è stato firmato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il testo è stato, di conseguenza, trasmesso alla Camera dei Deputati. Dal decreto, emerge che i soldi pubblici che lo Stato mette a disposizione per Carige potrebbero salire fino a 4 miliardi di euro. L’esecutivo considera tuttavia una tale ipotesi molto lontana.
La Repubblica, in particolare, fa il conto, riportando che nel decreto sarebbe disponibile da subito un fondo da 1,3 miliardi messo a disposizione dal Tesoro.
Così il quotidiano: “secondo quanto scritto nel decreto, saranno un miliardo al massimo di ricapitalizzazione e 300 milioni di garanzie sull’emissione di passività da parte della banca fino a un massimo di 3 miliardi. Resta il fatto che nell’ipotesi teorica che Carige emettesse titoli di debito per tutti e 3 i miliardi e poi non fosse in grado di ripagarli, toccherebbe allo Stato che ha dato la sua garanzia far fronte alle obbligazioni, portando il conto totale dell’intervento fino a un massimo teorico di 4 miliardi. Ma questa è un’ipotesi che il governo non prende nemmeno in considerazione, ritenendola di fatto impossibile”.
Sempre Repubblica segnala il pressing del ministro dell’economia Giovanni Tria nell’articolo: “Tria convince la maggioranza: ‘Dobbiamo evitare che diventi la nostra piccola Grecia”. Viene riportato il retroscena:
“Lunedì sera fuori da Palazzo Chigi è già buio, dentro si riunisce un Consiglio dei ministri lampo. C’è un decreto da approvare, Tria ci lavora dal primo gennaio, anche se la bozza originaria è datata addirittura novembre. La Lega ci mette un attimo ad accettare la potenziale nazionalizzazione proposta dal Tesoro. Se Giancarlo Giorgetti non tentenna e anzi sostiene l’operazione, Luigi Di Maio è in crisi profonda. Sa di trovarsi di fronte a una mossa obbligata, che ha tentato di scongiurare lungo un’intera settimana per evitare un massacro pubblico. Il titolare di via XX settembre, ancora una volta, lo mette di fronte alla realtà, come già in occasione del cedimento ai parametri europei per la manovra: non sono in gioco soltanto i risparmi dei correntisti – sostiene Tria – ma tutti i prestiti alle famiglie e alle aziende di una Liguria già in ginocchio, e di una città come Genova colpita dalla tragedia del crollo del ponte Morandi. Il vicepremier dei cinquestelle è costretto a cedere. Nottetempo, telefona ai “comunicatori” della Casaleggio associati. Provano a impostare una strategia, prevedendo l’assalto imminente”.
Così Il Giornale sulle garanzie sui bond emessi da Carige fino a un massimo di 3 miliardi. Il quotidiano precisa che la cifra corrisponde al limite nominale del valore delle obbligazioni su cui può essere posta la garanzia di stato:
“Nel decreto vengono citati altri 3 miliardi che però non corrispondono ad alcuno stanziamento aggiuntivo da parte del governo, ma si riferiscono al limite nominale del valore dei bond sui quali può essere posta la garanzia, per i quali vengono stanziati 300 milioni di euro. I soldi serviranno per coprire le spese della sottoscrizione e acquisto di azioni effettuate per il rafforzamento patrimoniale e delle garanzie concesse del Tesoro su eventuali bond che Carige dovrà emettere sul mercato per raccogliere liquidità in caso di emergenza. La ricapitalizzazione stimata è però di «solo» un miliardo. Lo Stato, tramite il ministero del Tesoro, è autorizzato a sottoscrivere o acquistare, entro sei mesi e nel limite massimo di un miliardo, azioni emesse da Carige. La garanzia statale verrà concessa fino al 30 giugno, rispettando così la disciplina europea in materia di aiuti di Stato, e appunto «fino a un valore nominale di 3 miliardi».
Intanto, già nella giornata di ieri, i commissari straordinari a cui la Bce ha affidato l’amministrazione straordinaria della banca, hanno reso nota l’intenzione di chiedere l’attivazione dello strumento della garanzia pubblica sui bond, confermando che l’ipotesi di ricapitalizzazione pubblica precauzionale alla Mps resta del tutto residuale. Occhio alle ultime indiscrezioni riportate da Bloomberg, secondo cui 10 sarebbero i potenziali acquirenti della banca. Tra questi, UniCredit, Banco BPM e BNP Paribas.