Debito pubblico e Pil Italia, cosa ci aspetta nel 2024: le stime di Mazziero Research
Il debito pubblico italiano è destinato a crescere sensibilmente nel corso del 2024, toccando i 2.900 miliardi entro la metà dell’anno, mentre il Pil crescerà di un modesto 0,5%, dopo il +0,7% del 2023 (lettura preliminare Istat) e il +3,9% del 2022. È quanto emerge dalle stime aggiornate della Mazziero Research, che rivedono leggermente al rialzo le previsioni sull’indebitamento dello Stato e confermano la proiezione sulla debole crescita del prodotto interno lordo. Ecco tutte le stime della società di ricerca finanziaria indipendente.
Debito in crescita fino a €2.900 miliardi entro metà anno
“Il debito nel 2023 dovrebbe chiudersi senza sorprese, con un dato di dicembre a 2.856 miliardi, molto vicino a quello del mese precedente”, commenta la Mazziero Research.
“Tuttavia, la cifra finale del debito potrebbe anche differire sensibilmente dalle nostre stime in quanto ci troviamo in prossimità delle operazioni di chiusura del bilancio annuale”, precisano gli analisti, ricordando che nel Documento di economia e finanza (DEF) il Governo stima un debito a fine anno a 2.870 miliardi. Il dato ufficiale sul debito pubblico a fine 2023 verrà pubblicato il 15 febbraio 2024.
Con riferimento ai mesi successivi, nel 2024 il debito dovrebbe ancora mantenersi abbastanza stabile nel mese di gennaio per poi tornare a crescere sensibilmente nei mesi successivi, arrivando a giugno 2024 ad un valore compreso tra 2.915 e 2.966 miliardi.
“Non è invece ancora possibile indicare il valore del rapporto debito/Pil”, spiegano gli esperti.
Lievi progressi per il Pil nei prossimi trimestri
Gli ultimi dati dell’Istat sul Pil dell’Italia (stime preliminari) hanno evidenziato una crescita dello 0,2% nel quarto trimestre del 2023 e un’espansione dello 0,7% nell’intero anno passato.
Per Mazziero Research, “la crescita dello 0,2% nel 4° trimestre mostra una buona condizione economica dell’Italia, soprattutto se la si pone a confronto con Germania (-0,3%) e Francia (0,0%)”.
Tuttavia, il Pil è destinato ad una performance limitata nell’anno in corso. “Pur escludendo una recessione dell’Italia nel 2024, stimiamo lievi progressi nei singoli trimestri che porterebbero a una crescita modesta dello 0,5% per l’intero anno.”
Nel dettaglio, le proiezioni di Mazziero Research indicano un +0,1% nel primo trimestre 2024, un +0,2% nel 2Q, un +0,3% nel 3Q e un -0,1% nel 4Q.
Il Governo nel Documento programmatico di bilancio stima per il 2024 una crescita dell’1,2%, un traguardo che “appare attualmente difficilmente raggiungibile”.
Maggio e dicembre i mesi critici per le scadenze di titoli di Stato
Gli analisti pongono l’accentro anche sui titoli di Stato in scadenza ogni mese da qui alla fine del 2024. I mesi più impegnativi saranno maggio e dicembre, con importi superiori ai 45 miliardi di euro. “Come negli altri anni, il Tesoro cercherà di collocare maggiori emissioni tra febbraio e aprile, mentre in dicembre cercherà di rimandare al nuovo anno”.
In ogni caso, “in tutti i mesi in cui le scadenze sono superiori ai 30 miliardi siamo molto esposti alle condizioni di mercato: eventuali rialzi dello spread (e del rendimento) ci possono creare un danno significativo e costringerci a collocare titoli a rendimenti che poi dovremo portare avanti negli anni.”
In arrivo il primo test del 2024 con le agenzie di rating
Nel frattempo, sta per arrivare il primo giudizio del 2024 sul rating dell’Italia: a rilasciarlo sarà l’agenzia Scope, che emetterà il suo verdetto il 9 febbraio. Attualmente il rating assegnato è pari a BBB+ con outlook stabile.
Per Mazziero Research non ci dovrebbero essere sorprese e la situazione dovrebbe rimanere “tranquilla sino ad aprile, quando si pronunceranno Standard & Poor’s e DBRS.”
Di seguito un calendario aggiornato dei prossimi giudizi delle agenzie di rating sull’Italia.
Ecco invece come si sono evoluti negli ultimi anni i rating delle agenzie sull’Italia.
I rischi per Btp e spread legati all’elevato debito pubblico
Dalle stime aggiornate della società di ricerca emerge dunque un quadro delicato per l’economia del nostro Paese. L’aumento atteso del debito pubblico rischia di allontanare ulteriormente l’Italia dal rispetto dei parametri fiscali europei e di peggiorare la percezione del rischio paese da parte degli investitori internazionali e delle stesse agenzie di rating.
Questo potrebbe mettere in discussione i giudizi sul merito creditizio e portare ad attacchi speculativi sui titoli di Stato, mettendo sotto pressione i rendimenti dei Btp e lo spread.
Un eventuale aumento del differenziale rischia di gravare sugli oneri finanziari legati al rifinanziamento del debito in scadenza, con conseguenze pluriennali sul bilancio dello Stato.