David Stockman contro Trump: taglio tasse ridicolo, shock rendimenti porterà mercati a schiantarsi contro iceberg debiti
Situazione paradossale a Wall Street, “dove i mercati stanno brindando nonostante il pericolo imminente”. E’ l’avvertimento di David Stockman, numero uno dell’Ufficio di bilancio degli Stati Uniti ai tempi della presidenza Reagan che, qualche settimana fa, aveva già detto di prevedere un vero e proprio massacro dei bond.
“Scambiato a un valore pari a 26 volte gli utili, al picco del ciclo di business decennale”, lo S&P 500 si trova “quasi in una situazione di record, e il pensare che quegli utili siano saliti e siano destinati a crescere ancora è una illusione”.
Nessuna fiducia sulla riforma fiscale targata Donald Trump?
“Hanno approvato questo taglio ridicolo alle tasse che nessuno potrebbe davvero permettersi. Penso che il dado sia tratto. Ci stiamo dirigendo verso, se non lo volete chiamare iceberg, chiamatelo pure debtberg, una montagna di debiti. E’ quello che abbiamo di fronte a noi”.
Agli investitori che credono che il bazooka fiscale di Trump si tradurrà in un gigantesco rimbalzo degli utili, Stockman fa notare che “stanno dimenticando l’altra parte dell’equazione”.
Cioè?
“Ci stiamo dirigendo verso una massiccia collisione monetaria e fiscale che provocherà uno shock dei rendimenti che metterà sottosopra i mercati”.
Stockman si è riferito agli effetti collaterali del Quantitative easing della Federal Reserve, che devono ancora dispiegarsi del tutto.
Dal QE, la Fed passerà infatti al Quantitative Tightening, smobilizzando asset per un valore astronomico di $14 trilioni.
“Ci sarà un enorme shock dei rendimenti, e ciò compenserà gli utili delle aziende scambiate sullo S&P 500 e quasi tutto l’effetto della riforma fiscale. E gli investitori non stanno scontando questo scenario“.
Nel corso della trasmissione “Futures Now” di Cnbc dello scorso settembre, Stockman aveva predetto per l’azionario Usa un crollo compreso tra -40% e -70%. Qualche mese più tardi, aveva parlato di una “tempesta orrenda” che avrebbe colpito l’azionario, affermando che lo S&P 500 avrebbe potuto facilmente scendere fino a 1.600 punti, soffrendo un tonfo del 34% ai valori a cui oscillava al momento dell’intervista.
Nessuna di queste previsioni si è avverata.
Ma è vero che la Fed ha appena iniziato a smobilizzare il suo bilancio monstre e c’è anche la necessità, da parte del Tesoro Usa, di finanziare un debito destinato a salire a causa del maxi taglio alle tasse:
“Il Tesoro Usa chiederà prestiti per un valore di $1,2 trilioni, il 5% del Pil – aveva spiegato in un’intervista rilasciata all’inizio di febbraio – Tutto questo significa che ci saranno $1,8 trilioni di bond che dovranno essere assorbiti da qualcuno, perchè per la prima volta in assoluto sia il Tesoro che la Federal Reserve venderanno bond Usa. Ora, tale situazione non si verificherà in corrispondenza di tassi decennali al 2,5-2,6%, ma se dovesse accadere a fronte di tassi pari al 3,5%, ciò significa che chi ha acquistato Treasuries qualche settimana fa perderà il 30%”.
E sarà solo l’inizio, visto che Stockman si è riferito a quanto accadrà soltanto durante l’anno fiscale 2019, quando la Fed smobilizzerà bond per un valore di 600 miliardi e il Tesoro Usa chiederà prestiti per $1,2 trilioni.