Data Brexit spostata a Halloween, focus su sterlina. UBS: rischio elezioni anticipate, è a questo livello che dovete comprare
La sterlina rimane praticamente impermeabile alle novità che arrivano dal fronte Brexit, viaggiando all’interno di quel range che ha caratterizzato l’ultimo mese, compreso tra $1,2945 e $1,3097. La valuta viene scambiata attorno a quota $1,31, senza mostrare particolare entusiasmo per la decisione del Consiglio europeo, che ha concesso alla premier britannica l’estensione della data sulla Brexit dal 12 aprile – data stabilita dopo il primo rinvio, spostata da quella precedentemente fissata al 29 marzo – al 31 ottobre, praticamente ad Halloween. Basta la parola Halloween a scatenare la febbre sui social: si sprecano le battute e le vignette dedicate a Theresa May, mentre nel vocabolario della Brexit entra un nuovo termine #Brexorcist.
Il motivo per cui la sterlina non reagisce all’annuncio è che la notizia era stata già scontata. Inoltre, oltre all’ok all’estensione (una estensione flessibile, Flextension, che permetterà al paese di lasciare il blocco europeo anche prima, nel caso in cui il Parlamento britannico dovesse finalmente approvare il Withdrawal Agreement), non ci sono grandi elementi che possano portare un po’ di chiarezza, in una situazione che rimane decisamente nebulosa.
“Almeno non ci sarà un no-deal Brexit questo mese – ha commentato alla Cnbc Kazushige Kaida, responsabile del forex presso State Street Bank – Ma una volta che la polvere si poserà a terra, credo che assisteremo a un po’ di vendite sulla sterlina”.
Occhio alla volatilità implicità della valuta UK che ha segnato un forte ribasso, con le opzioni a tre mesi scese all’8,325-8,825%, minimo dalla fine dello scorso agosto.
Dean Turner, economista UK presso UBS Wealth Management, ha fatto notare che la possibilità che nel Regno Unito si torni alle urne metterà sotto pressione la sterlina. In una nota ai clienti riportata dal Guardian, Turner ha scritto:
“Eviteremmo di prendere posizioni (sulla valuta), visto che stimiamo il ritorno dell’incertezza con la possibilità delle elezioni”. A tal proposito, considerati “i risultati dei sondaggi attuali, che confermano il testa a testa tra i due principali partiti (laburisti e Tories), l’esito di qualsiasi voto sarebbe altamente incerto. A nostro avviso, scommettere su un risultato o su quell’opposto comporta diversi rischi”.
A confermare la view di UBS è anche Tan Teck Leng, analista del forex presso UBS Global Wealth Management, che ribadisce le perplessità del suo collega, aggiungendo che l’estensione accordata dal Consiglio europeo potrebbe aprire la porta alle elezioni generali nel Regno Unito, e rendere più probabile lo scenario del no-deal Brexit.
Un “tale aumento dell’incertezza”, ha avvisato l’esperto, potrebbe far scendere la sterlina fino a 1,24 nei confronti del dollaro. Ed è a questo punto, che si presenterebbe “una opportunità di acquisto”. In caso di Hard Brexit, ha continuato Tan, la sterlina potrebbe scivolare poi fino a $1,15″.
“Noi nn crediamo che (la premier) Theresa May riuscirà a far approvare l’accordo – di Withdrawal Agreement – dal Parlamento britannico. E’ improbabile che ciò accada e, di conseguenza, una tale situazione apre la porta alle elezioni generali. In questo caso – chiede e si chiede l’analista di UBS Global Wealth Management – l’incertezza sarebbe più elevata o più bassa?”.
Sulle concessioni che il blocco europeo ha fatto al Regno Unito, il Consiglio europeo ha riconosciuto che il Regno Unito potrà lasciare l’Unione anche prima del 31 ottobre, nel caso in cui il Parlamento dovesse riuscire a ratificare il Withdrawal Agreement, ovvero l’accordo sui termini del divorzio che la premier britannica Theresa May ha raggiunto con Bruxelles lo scorso novembre, e che Westminster ha bocciato per ben tre volte.
A giugno verrà fatto il punto della situazione, in occasione del summit europeo previsto per il 20-21 del mese.
Tra le condizioni imposte al Regno Unito dall’Europa, quella dell’obbligo di partecipare alle elezioni europee che si terranno alla fine di maggio. Nel caso in cui non volesse partecipare, il paese sarà costretto a lasciare l’Ue il 1° giugno, anche in assenza di un via libera del Parlamento al Withdrawal Agreement (dunque lascerà con un no-deal Brexit o Hard Brexit).