Da STM prove di resistenza all’effetto Micron. Un assist al titolo potrebbe arrivare da iPhone 11 di Apple
Effetto Micron su STM, ma per ora più blando di quanto si temesse.In una nota odierna, Equita SIM parla “di implicazioni negative dai risultati di Micron per il settore”.
C’è da dire che Micron Technology, società americana leader nel settore delle memorie, ha riportato risultati per il quarto trimestre fiscale (chiuso ad agosto) migliori delle attese con sales a $4,87 miliardi (rispetto ai $4,57 miliardi attesi) e un utile per azione di $0,56 (rispetto a $0.49 atteso) . I risultati di bilancio del colosso si sono confermati dunque positivi.
Tuttavia, Micron ha anche “fornito una guidance per il primo trimestre fiscale del 2020 (che chiuderà a novembre) sotto le attese a livello di Eps ($0,46 rispetto a $0,48 attesi).
Di conseguenza, nel commentare il trend del titolo successivo alla pubblicazione dei risultati di bilancio, Equita Sim ha scritto che “il fattore negativo che a nostro avviso ha spinto il titolo a -7% in afterhours, è la continua crescita del livello di scorte nonostante il management avesse indicato nei mesi scorsi una normalizzazione”. “Riteniamo che i risultati di Micron avranno oggi un impatto negativo su tutto il settore dei semiconduttori”.
In relazione a STMicroeclectronics, da segnalare che Equita SIM ha un rating “hold”, a fronte di un target price di 18 euro, contro la chiusura a 17,55 euro del titolo nella sessione di ieri. Alle 10 ora italiana, il titolo segna un lieve ribasso, oscillando attorno a 17,49 euro, riducendo le perdite dell’inizio della sessione, quando aveva perso quasi -1%.
C’è da dire che un assist a STM potrebbe arrivare dai nuovi smartphone di Apple, in particolare dall’ iPhone 11 Pro Max. E’ quanto hanno scritto in una nota di un paio di giorni fa gli analisti di Credit Suisse, facendo riferimento all’utilizzo dei chip STM nei nuovi ipHone, in particolare per la ricarica wireless.
“Abbiamo dato un’occhiata alla recente analisi di TechInsights sull’iPhone 11 Pro Max, che ha rivelato quattro chip di STM“. Tra questi, ci sarebbe appunto il chip STM STPMB0 chip, che è stato stato usato probabilmente per il ricevitore per la ricarica wireless”.
“Sebbene non abbiamo dettagli sui modelli 11 e 11 Pro – continuano gli analisti di Credit Suisse – ci aspettiamo che prodotti simili di STM siano stati utilizzati in tutti i tre modelli”.
A tal proposito, viene segnalato come STM “stia guadagnando presenza negli iPhone di Apple negli ultimi anni. (Il colosso dei chip) ha iniziato con il chip Time of Flight (ToF) nelle serie di iPhone 7 and 8 series (inclusi i modelli Plus) e, successivamente, ha guadagnato altri ordini con i chip sensing 3D negli iPhone X. Il chip ha continuato a essere utilizzato nei modelli XR, XS, XS Max, così come gli iPhone XR, XS, XS Max hanno utilizzato anche l’e-SIM MCU di STM. Ora, con la serie di iPhone 11 (11, 11 Pro, 11 Pro Max) STM abbia vinto con l’utilizzo del suo chip di ricarica wireless”.
“Rileviamo – sottolineano gli analisti di CS – che le vendite legate ad Apple hanno inciso per meno del 10% sulle vendite totali di STM del 2016, per poi incidere del 13% nel 2018. Crediamo che “l’incidenza aumenterà di altri 2-3 punti percentuali nel 2019″ .
Credit Suisse conclude: “Nelle nostre stime presupponiamo già un chip ASP di $1,5 per i circuiti integrati di ricariche wireless (Power chip – ricarica wireless) con vendite della serie di iPhone 11 (inclusa l’accumulazione delle scorte) di 75 milioni di dollari nel secondo semestre del 2019. Ciò significa che stimiamo un fatturato aggiuntivo (per STM) pari a $113 milioni”.
Il verdetto sul titolo STM è, dunque, positivo. “Con i titoli STM scambiati a un valore pari a 14,5 volte il P/E e 1,7 volte l’EV-Sales (ovvero rapporto tra il valore di una società e il fatturato della stessa) sulle nostre stime del 2020, riteniamo che le valutazioni non siano costose. Il nostro target price di 19 euro è basato su un P/E nel 2020 pari a 16 volte, più l’attuale rapporto di flusso di cassa netto per azione ($0,34) convertito in euro. I rischi sulla nostra tesi includono una crescita più lenta nei settori auto e industria, la perdita di presenza in Apple, e gli ostacoli che incombono sul forex rappresentati da un dollaro debole”.