Crollo ponte Morandi, governo M5S-Lega dichiara guerra a Benetton. Atlantia brucia 5 miliardi di capitalizzazione
Disastro Genova, bond Atlantia travolti dalle vendite, capitolano ai minimi storici. Le obbligazioni di Atlantia con scadenza a luglio 2027 sono scivolate ieri del 4,01% a 92,8 mentre il bond da 700 milioni con scadenza settembre 2029 ha perso il 4,3% a 91,79. Valori più bassi in assoluto.
I mercati obbligazionari globali non sono andati in ferie, nella pausa di Ferragosto, con gli investitori che hanno scontato gli scenari peggiori per Atlantia, la holding che fa capo alla famiglia Benetton, e che controlla Autostrade per l’Italia.
Scenari peggiori che si sono presentati con gli annunci del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, arrivati al termine della riunione lampo dei Consiglio dei ministri che si è tenuta nella prefettura di Genova e a cui hanno presenziato anche i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio e il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli.
Il governo M5S-Lega ha varato un decreto ad hoc, il “Decreto Genova”, che prevede la nomina di un commissario straordinario per la ricostruzione, lo stanziamento immediato di 5 milioni di euro per la rimozione delle macerie, 12 mesi di stato di emergenza per Genova e una giornata di lutto nazionale, la cui data è ancora da definire.
“Abbiamo voluto riunire il Consiglio dei Ministri qui a Genova per attribuire a questa riunione un valore simbolico, erano collegati quasi tutti i ministri”, ha detto Conte in avvio della conferenza stampa successiva alla riunione del Consiglio dei ministri. Tragedie come quelle del Ponte Morandi sono “inaccettabili” e in una società moderna “non devono accadere. Questo governo farà di tutto affinché non si verifichino più”, ha aggiunto, per poi fare il grande annuncio contro Autostrade per l’Italia:
“Avvieremo la procedura per la revoca senza attendere le risultanze in sede penale. Il governo, nell’atto di disporre nuove concessioni sarà molto più rigoroso nella valutazione della clausole. Andremo a rivedere i contratti di servizio e a rendere più stringenti i vincoli”. Trepidazione per la riapertura di Piazza Affari nella giornata di oggi, con il titolo Atlantia che è stato subito affossato dalle vendite, non riuscendo inizialmente neanche a fare prezzo. In preapertura le quotazioni hanno segnato un tonfo “monstre” fino a -45%. Il titolo è entrato nelle contrattazioni dopo una buona mezz’ora dall’inizio della sessione con un crollo superiore a -23%, che manda in fumo quasi 5 miliardi di valore di mercato. Le vendite attaccano anche Astm e Sias, le concessionarie autostradali di proprietà del gruppo Gavio.
Atlantia ha precisato oggi in una nota che nell’ipotesi di revoca o decadenza della concessione – secondo le norme e procedure nella stessa disciplinate – spetta comunque alla concessionaria il riconoscimento del valore residuo della concessione, dedotte le eventuali penali se ed in quanto applicabili. Ma il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio minimizza il rischio che lo Stato debba pagare le penali, affermando che questo scenario non accadrà: “Tutti parlano oggi della penale da 20 miliardi per la revoca della concessione. Ma se la motivazione è giusta e 40 morti finora mi sembrano una buona motivazione, non credo che si dovranno pagare penali. Tutti chiedono giustizia a Genova. Ci sono tutte le ragioni per recedere dalla concessione senza pagare penali”.
Ma passare dalle parole ai fatti non sarà certo facile: Il contratto siglato con la convenzione tra Anas e Autostrade nel 2007 prevede che la concessione scada nel 2042. Per porre fine all’accordo, deve verificarsi una “grave inadiempienza”.
Per inadempienza si può intendere anche il mancato “mantenimento della funzionalità delle infrastrutture concesse attraverso la manutenzione e la riparazione tempestiva delle stesse”.
In quel caso Anas potrebbe subentrare ad Autostrade versando però una penale, il cui importo, si legge nel contratto, dovrebbe corrispondere al “valore attuale netto dei ricavi della gestione, prevedibile dalla data del provvedimento di decadenza sino alla scadenza della concessione, al netto dei relativi oneri, investimenti e imposte nel medesimo periodo”.
Si tratterebbe di una penale calcolata in 20 miliardi di euro, se si considera che Autostrade ha incassato nell’ultimo anno un utile di un miliardo e 968 milioni.
Autostrade per l’Italia è controllata da Atlantia, che fa capo alla famiglia Benetton. Atlantia ha chiuso il 2017 con ricavi operativi per quasi 4 miliardi, un utile d’esercizio di 1,042 miliardi e investimenti operativi per 556 milioni.