Crediti deteriorati: in Italia tra i cali maggiori dell’Ue. Rapporto NPE resta però tra i più elevati
In Italia ci sono 325 miliardi di euro di crediti deteriorati lordi (NPE) ancora da recuperare: 246 miliardi di euro di sofferenze bancarie a cui si sommano 79 miliardi di euro di Unlikely to pay. Questo alcuni dei numeri che emergono dalla decima edizione del Market Watch NPL di Banca IFIS: “NPL Transaction Market and Servicing Industry”. A livello europeo, i crediti deteriorati si sono attestati a giugno 2019 a 636 miliardi di euro, in calo del 50% rispetto al picco massimo del 2015 e l’Italia evidenzia, tra tutti i paesi Ue, una delle riduzioni più rilevanti del rapporto NPE/impieghi tra i paesi europei, ma l’NPE ratio rimane tre volte superiore alla media Ue.
In esso emerge come sia migliorato lo stock di credito deteriorato bancario con l’ammontare degli NPE lordi che si è dimezzato rispetto al picco del 2015 e possiamo stimare che a fine 2019 scenderà a quota 145 miliardi di euro con un rapporto NPE su totale impieghi del 7,7%.
Tuttavia, sottolinea Banca IFIS, c’è ancora molta strada da percorrere. L’Italia ha realizzato, tra i Paesi Europei, uno dei più forti trend di riduzione della quota di NPE sui crediti ma detiene ancora uno dei rapporti NPE più elevati (8% vs 3% di media europea e vs 5% che costituisce il target richiesto dalla BCE, dati al secondo trimeste 2019). L’andamento dei nuovi flussi di deteriorato rimane incerto: il ritmo di deterioramento degli impeghi in bonis è più basso del periodo pre-crisi ma il passaggio da UtP a sofferenza (NPL) rimane più elevato di quanto registrato nel 2007 a causa dell’andamento negativo delle imprese di costruzione.
Le stime per il 2020
Entro fine 2020, sulla base dei deal annunciati (39 le operazioni previste) si stimano 37 miliardi di euro lordi di transazioni NPL in aumento rispetto ai 32 miliardi di euro lordi transati nel 2019. Di questi 37 miliardi, circa il 27% potrebbe essere scambiato sul mercato secondario (nel 2018 la percentuale si è attestata al 17%) mentre il 15% dei crediti deteriorati potrebbe essere deconsolidato tramite cartolarizzazioni che beneficiano della garanzia statale su NPL (Gacs).