Notizie Notizie Italia Corporate bond da record, Eni strappa tassi inferiori a quelli dei BTP

Corporate bond da record, Eni strappa tassi inferiori a quelli dei BTP

9 Ottobre 2019 10:33

434 miliardi di dollari. E’ questa la cifra delle emissioni obbligazionarie corporate avvenute lo scorso mese di settembre, facendo registrare un vero e proprio record di collocamenti battendo di 5 mld il precedente record risalente a marzo 2017. Una cifra che testimonia l’interesse per il segmento dei corporate bond unito alla corsa delle società a sfruttare i bassi tassi d’interesse per fare funding sul mercato a costi bassi.

Solo a Wall Street si è battuto ogni record con 27 miliardi di dollari di nuovi bond in area “investment grade” lanciati dalle più note società quotate, da Apple (7 miliardi Usd), a Walt Disney (7 miliardi usd), a British American Tobacco (3,5 miliardi usd), a Coca Cola (2 miliardi usd), fino a Hewlett Packard (1,5 miliardi usd) le più grandi corporation americane hanno preferito rifinanziarsi sul mercato piuttosto che in banca approfittando del rally scatenato sui Treasury, dove il trentennale ha toccato il minimo storico di rendimento a 1,9%, quando soltanto un anno fa quota quasi il doppio.

Anche a ottobre la musica si conferma la stessa e in Italia Eni ha proposto un’emissione a 15 anni da 750 milioni di euro, con cedola dell’1% e rendimento annuo di circa l’1,05%, superiore di circa 35 punti base rispetto al BTP di pari durata. Bond anche per Exor (300 mln con scadenza ottobre 2034) e cedola annua dell’1,75%. 

Corsa per non perdere il treno giusto
In un contesto simile è del tutto evidente che le aziende abbiano fatto incetta di capitali freschi a costi irrisori nel timore che l’eldorado finanziario sui rendimenti obbligazionari possa finire. I segnali di una prossima recessione, del resto, non mancano: l’inversione della curva dei rendimenti sui Treasury con il bond a due anni che rende più di quello a 10 anni già da tempo ne è l’esempio, visto che – a detta degli analisti – è sempre stato il segnale inequivocabile che anticipa una recessione economica. Così, l’ondata di emissioni obbligazionarie corporate negli Stati Uniti e in Europa ha fatto scattare un rally epico sul mercato dei bond al punto che anche il segmento high yield è stato interessato come non mai al fenomeno degli acquisti a pioggia.

A ruba anche le high yield
Anche i bond ad alto rendimento (e rischio) sono stati infatti presi d’assalto dagli investitori, sempre a caccia di rendimenti, curandosi meno dei rischi insiti in questa categoria di emissioni nonostante l’indice dei default rate si stia alzando sia negli USA che in Europa. Secondo JP Morgan anche questo genere di emissioni sta attraversando un vero e proprio periodo d’oro con 23 miliardi di collocamenti di bond high yield già avvenuti quest’anno e che presto potrebbe battere il record storico dei 30 miliardi. In questo segmento, il rischio maggiore – sottolineano gli analisti – è rappresentato da un rapido “sell off” che potrebbe essere causato da uno shock economico o dalle rinnovate tensioni commerciali fra USA e Cina che potrebbero costringere i fondi d’investimento a una smobilizzazione rapida degli assets non disponendo di liquidità sufficiente a compensare i riscatti delle quote degli investitori.

I corporate bond in Europa

E in Europa? Il vecchio continente si accoda all’onda lunga che arriva dagli USA e non sta certo a guardare con una valanga di emissioni corporate avvenute nel mese di settembre. Il settore dei corporate bond in area “investment grade” offre ormai rendimenti medi che si aggirano intorno a 0,3% per scadenze fino a cinque anni. Anche qui pesano le incertezze economiche legate alla Brexit, ma soprattutto derivanti dal rallentamento della crescita economica della locomotiva tedesca. Fattori che hanno spinto i rendimenti su 17 mila miliardi di euro di obbligazioni e titoli di stato in territorio negativo. Complice anche la politica della Bce che ha lanciato un nuovo programma di acquisto di bond (quantitative easing) sul mercato, ivi compresi i corporate.