Coronavirus: sui mercati la volatilità potrebbe avere la meglio, Ubs WM continua a preferire le azioni
Impatto negativo fino a 2 punti percentuali per il PIL cinese e anche l’Italia avrà un danno economico derivante dall’emergenza emersa in questi giorni in merito al coronavirus. A stimarlo Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di UBS WM Italy ricordando come la Lombardia è la regione più colpita ed è anche quella più importante dal punto di vista economico, al centro di numerosi eventi internazionali.
Analisti avvertono: volatilità potrebbe aumentare
Al di fuori dell’Italia subiranno conseguenze indirette molti altri Paesi, soprattutto quelli a vocazione industriale. Confrontando le precedenti epidemie (Sars, Mers, Ebola) si potrebbe ipotizzare che l’impatto economico, per quanto severo, possa essere limitato a poco più di un trimestre, afferma l’analista secondo cui però ci sono delle considerevoli differenze da tenere a mente. In primis che il settore terziario potrebbe reggere meglio rispetto al passato, grazie alla possibilità di lavorare da casa; d’altra parte, in Occidente le aziende hanno ridotto i magazzini dopo il credit crunch del 2008 e di conseguenza possono incorrere più rapidamente in problemi di approvvigionamento. Insomma, non possiamo contare su paralleli molto affidabili. Poi i mercati finanziari hanno finora reagito pacatamente al coronavirus: tra gli investitori vi è la convinzione diffusa che le banche centrali potrebbero rispondere a dati economici particolarmente deboli con manovre espansive, come ha già fatto la People’s Bank of China. Vi è inoltre la possibilità che vengano attuate iniziative coordinate di natura fiscale in caso di una battuta d’arresto dell’economia globale.
Ma la volatilità, conclude Ramenghi, potrebbe aumentare e ogni segnale di accelerazione o contenimento dell’epidemia continuerà ad avere un impatto immediato sulle borse.” Nonostante il quadro sia certamente molto complesso, preferiamo i mercati azionari, mantenendo un’ampia diversificazione geografica” dice Ramenghi secondo cui vi è maggior cautela sull’eurozona per via della minore crescita economica, che probabilmente sarà ulteriormente zavorrata dall’epidemia di coronavirus.
Anche Frank Hausler, Chief Strategist di Vontobel Asset Management ritiene che la volatilità del mercato possa durare più a lungo. Le crisi epidemiche del passato hanno dimostrato che l’impatto economico è solitamente forte e temporaneo. Purtroppo, la fonte del virus è la Cina, che genera circa il 16% della crescita economica globale, ed è uno dei principali attori nelle catene di fornitura e nell’industria del turismo. Pertanto, conclude l’esperto, “abbiamo abbassato significativamente le nostre previsioni di crescita del PIL per il 2020 per la Cina (al 5,5% dal 6,2%) e per i mercati emergenti”. Tra le vittime anche il Giappone che a detta dell’analista sarà probabilmente colpito duramente, avendo iniziato l’anno su una base molto debole già dopo un forte calo dell’attività economica. Ridimensionate infine anche le aspettative di crescita per il primo trimestre nell’area dell’euro, passando dallo 0,3% allo 0,1%.