Con coronavirus parola d’ordine Ue diventa flessibilità. Savona, Visco e von der Leyen mettono pezza a disastro Lagarde
Dopo il disastro firmato dalla numero uno della Bce Christine Lagarde che, oltre a non tagliare i tassi, ha fatto anche una gaffe per molti imperdonabile sugli spread, a danno dell’Italia (schizzato di oltre +30% ieri, anche oltre 270 punti base), diverse istituzioni provano a mettere una pezza.
In tempi di pandemia coronavirus la nuova parola d’ordine dell’Unione europea sembra flessibilità e, all’Italia, come dice la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, verrà dato tutto ciò vuole, mentre Paolo Savona spiega il motivo per cui la Consob ha deciso di dire stop alle vendite allo scoperto su 85 titoli quotati a Piazza Affari dopo il crollo storico della borsa italiana. (GUARDA LA LISTA DEGLI 85 TITOLI).
“Ieri pomeriggio – si legge nella nota firmata da Paolo Savona – c’è stata un’accelerazione delle vendite, che hanno sfiorato il milione dei contratti, circa il 50% in più del giorno precedente e della media del periodo interessato dalle conseguenze del coronavirus; il valore delle contrattazioni è salito di oltre il 30% rispetto alla media del periodo e di oltre il 50% rispetto al giorno precedente, raggiungendo un importo record di oltre 6 miliardi”.
“Questa accelerazione non ha reso più possibile distinguere le forme speculative propriamente definite dai comportamenti pratici degli operatori e ha pertanto suggerito di distinguere il trattamento dei contratti allo scoperto dagli altri contratti. Va sottolineato che questi ultimi hanno sempre trovato una contropartita di acquisto da cui emerge il prezzo di mercato, l’unico indicatore significativo delle condizioni delle aspettative”.
Di conseguenza la Consob ha deciso di prendere la decisione dell’alt alle vendite allo scoperto, “sulla base dei poteri/doveri previsti dalla normativa in materia richiamati nel preambolo della Delibera. Secondo le norme vigenti, è stata preannunciata all’Esma ed è stata presa insieme alla Consob spagnola, al cui Presidente Sebastiàn Abella va il mio personale ringraziamento. In sede di valutazione dell’Esma, la Consob inglese, si è associata alla decisione”.
Savona ha tenuto a puntualizzare che “il mercato odierno ha preso atto che, sulla base delle valutazioni dell’impatto economico della crisi sanitaria di fonte ufficiale, la caduta delle quotazioni registrata ieri da 85 importanti titoli eccede il peggioramento dei fondamentali dell’economia”, non nascondendo la speranza che “questo corretto ripensamento si affermi in via stabile”.
E infatti anche la FCA (Financial Conduct Authority), l’Autorità di borsa della City di Londra, ha stabilito per oggi il divieto di short selling su più di 140 azioni di Piazza Affari e della borsa di Madrid.
Tra i titoli, stando a quanto riporta il Guardian, compaiono Fiat Chrysler e Ferrari, Unicredit, Campari Group, Santander e Sabadell. Divieto di vendite allo scoperto anche per Airbus, scambiata pure alla borsa di Madrid, oltre che a Parigi e a Francoforte.
A mettere una pezza a quello che viene considerato da diverse autorità politiche ma anche da diversi analisti l’errore di Christine Lagarde sono anche il capo economista della Bce Philip Lane e il numero uno di Bankitalia Ignazio Visco. In un’intervista rilasciata a Bloomberg, Visco ha sottolineato che, in caso di bisogno, la Bce può rafforzare gli acquisti di debiti sovrani, dunque di titoli di stato, di paesi specifici.
“La prima risposta alla crisi è la responsabilità dei governi – ha detto – Ma se necessario, ci saranno più misure e più dichiarazioni”, anche perchè “l’allargamento degli spread rende più difficile la trasmissione della politica monetaria”.
“Il Governatore ha affermato che i governi possono e devono intervenire per sostenere i redditi di coloro che sono colpiti più direttamente dalla crisi, il sistema sanitario, le persone che stanno operando per contenere gli effetti del virus sulla popolazione. Il pacchetto di misure concordato ieri – ha detto Visco – non è stato ben compreso dai mercati ma è, in tutta la sua flessibilità, la risposta corretta alle difficoltà che potremmo avere in alcuni Paesi. La sostanza delle misure varate ieri dice che noi interverremo acquistando titoli pubblici e privati laddove più necessario, dove ci sono incertezze e timori da parte dei mercati. Ci saranno non solo la liquidità necessaria, ma anche gli interventi per evitare che nei mercati ci siano diffusi timori tali da poter causare discrepanze troppo forti tra i tassi di diversi paesi”.
Impegno ad aiutare l’Italia è la stessa Commissione europea che, in una nota, ha sottolineato di essere “pronta a proporre al Consiglio di attivare la clausola di crisi per accomodare un sostegno fiscale più generale. Questa clausola – in cooperazione col Consiglio – sospenderà gli aggiustamenti di bilancio raccomandati dal Consiglio in caso di recessione severa della zona euro e della Ue”.
Dunque? Dunque, come sottolinea il numero due della Commissione, Valdis Dombrovskis, non ci sarà alcuna sospensione del Patto di crescita e di stabilità. Ma, come dice lo stesso Dombrovkis, “le spese che gli Stati dell’Unione europea dovranno affrontare per far fronte all’emergenza COVID-19 coronavirus saranno scomputate dal calcolo del deficit”.