Notizie Notizie Mondo Commodity: Collaterale, spot, rollover sono i nuovi driver

Commodity: Collaterale, spot, rollover sono i nuovi driver

12 Marzo 2018 09:39

 

 

Le commodity tornano nei portafogli dei gestori? La domanda è d’obbligo: analizzando quanto accaduto negli ultimi cinque anni, il segmento azionario statunitense ha registrato ottime performance  (il rendimento annuo medio è stato pari al 15,90%), mentre le commodity in senso ampio hanno perso quasi un terzo del proprio valore in termini cumulativi, ovvero il -6,5% l’anno.

Gli investitori che si sono esposti sulle commodity negli ultimi cinque anni ci hanno rimesso, a fronte di rendimenti strabilianti nei propri portafogli azionari USA”, è il commento di Christopher Gannatti, Director of Research, e di Florian Ginez, Research Analyst di WisdomTree.

 

Cambiano i driver dei rendimenti delle strategie sulle commodity

 

Prima di capire se è il momento di tornare sulle commodity, secondo Gannati e Ginez, è importante definire a quali fattori siano da imputare i pessimi rendimenti della categoria. Il nocciolo della questione, come spiegano i due strategist, è che o questi fattori mantengono la loro accezione negativa (e i rendimenti ne risentono), oppure sono destinati a cambiare, con conseguente miglioramento dei rendimenti futuri.
Il primo fattore è il “collaterale”: nelle strategie su commodity che usano contratti future per ottenere esposizione, una componente di rendimento deriva dall’esposizione del collaterale per i suddetti contratti, solitamente titoli del Tesoro a breve scadenza. “La Fed ha intrapreso un percorso di rialzo dei tassi, aumentando così i rendimenti del collaterale per le strategie su commodity rispetto a livelli prossimi allo zero”, spiegano Gannatti e Ginez.
Il secondo fattore è lo “spot”, ovvero i prezzi delle commodity reali riportati su base giornaliera e, in molti casi, si tratta della componente di rendimento che gli investitori in commodity pensano di ricevere. “Poiché le commodity tendono a essere prezzate in dollari USA e il biglietto verde ha mostrato tendenzialmente un andamento debole, è possibile che un importante vento contrario stia cambiando direzione, consentendo l’aumento dei prezzi spot”, è il commento di Gannatti e Ginez. Lo scorso anno uno dei trend più importanti ha riguardato l’aumento dei prezzi spot delle commodity del settore energia. “In effetti, in termini di prezzi, solo le soft commodity (ossia i prodotti agricoli) hanno registrato delle difficoltà”, dicono i due strategist.
Il terzo fattore è il “rollover”: quando i contratti su future vengono impiegati per ottenere esposizione sulle commodity, a un certo punto la strategia deve spostarsi da un contratto in scadenza su uno nuovo – esercizio non gratuito. Se i prezzi delle commodity nei mercati dei future sono più alti e in aumento rispetto ai prezzi spot correnti l’impatto di questo “roll yield” sarà negativo (contango); al contrario, se i prezzi delle commodity nei mercati dei future sono più bassi e in calo rispetto ai prezzi spot correnti l’impatto di questa componente di rendimento sarà positivo (backwardation).
Anche se i roll yield sono rimasti negativi durante l’anno scorso, abbiamo iniziato ad assistere alla loro stabilizzazione, soprattutto in cereali ed energia, che contribuiscono maggiormente al roll yield – dicono Gannatti e Ginez- Se i rendimenti roll in energia e cereali stanno veramente passando in territorio meno negativo si tratta di un fattore di grande rilievo da monitorare per gli investitori in commodity”.

Anche se un roll yield “meno negativo” può non sembrare uno sviluppo così esaltante, un quadro meno negativo potrebbe rappresentare un’evoluzione importante.

 

Connettere l’andamento del prezzo delle commodity ad altri fattori macroeconomici

 

Quali altre variabili osservare per prevedere la performance delle commodity? Come spiegano gli strategist è necessario considerare come i mercati prezzano le previsioni sull’inflazione, e uno dei parametri è il 5-Year Forward Breakeven Inflation Rate adottato spesso dalla Federal Reserve americana.

“La Fed ha intrapreso un percorso di rialzo dei tassi d’interesse e di normalizzazione delle dimensioni del suo bilancio – dicono Gannatti e Ginez – Le aspettative sull’inflazione di recente sono infatti salite. Storicamente le commodity hanno sempre rappresentato un’interessante tipologia di investimento quale “copertura dall’inflazione”.

L’andamento dell’inflazione non è stato un elemento centrale di analisi negli ultimi cinque anni, e in effetti non c’è stata un’inflazione significativa. “Per il futuro, però, riteniamo sia importante tenere a mente che l’inflazione potrebbe non risultare nulla per sempre e che alcuni elementi di un’asset allocation magari rimasti silenti potrebbero nuovamente risvegliarsi”, concludono i due strategist.