Notizie Notizie Mondo Cina, L’anno del Cane porterà grandi cambiamenti, ma anche opportunità

Cina, L’anno del Cane porterà grandi cambiamenti, ma anche opportunità

2 Marzo 2018 12:55

 
 
L’ultimo ciclo astrologico del Cane (dal 2006 al 2018) è stato teatro di una profonda ristrutturazione dell’economia cinese, che ha realizzato il cambiamento più radicale rispetto a qualisiasi altro mercato globale. Ma, secondo Charles Sunnucks, Assistant Fund Manager Emerging Markets di Jupiter AM, c’è ancora molto da fare.

È probabile che l’anno del Cane inauguri un periodo di cambiamenti importanti in Cina: i politici stanno cercando di trovare un equilibrio tra la necessità di grandi riforme economiche e l’esigenza di mantenere la crescita”, spiega lo strategist. Che aggiunge: “Con il cambiamento arriva anche la volatilità, e sarà più importante che mai distinguere tra le imprese che stanno beneficiando di un cambiamento positivo dei fondamentali e quelle che stanno semplicemente intercettando il trend favorevole che potrebbe poi esaurirsi”. Vediamo allora quali riforme potrebbero essere avviate.

 

Eliminare l’eccesso di capacità produttiva

 

La prima è la spinosa questione della capacità produttiva in eccesso. Per molti anni alcuni settori produttivi cinesi hanno sofferto a causa di una produzione eccessiva rispetto alla domanda, compromettendo l’efficienza interna ma provocando anche attriti a livello internazionale, dato che i produttori cinesi hanno riversato la produzione in eccesso sui mercati globali schiacciando i prezzi in termini generali.

Come spiega Sunnucks, le riforme a livello nazionale non hanno prodotto grandi mutamenti a causa della riluttanza dei leader locali a rinunciare alla crescita o a essere ritenuti responsabili dell’aumento della disoccupazione. Eppure alcune trasformazioni si sono fatte largo e alcune province hanno approfittato di un ambiente macroeconomico favorevole per accelerare il processo di riduzione della capacità produttiva o incoraggiare operazioni di M&A.
Se prendiamo in considerazione il settore siderurgico, la Cina ha fissato l’obiettivo di ridurre la capacità produttiva di 150 milioni di tonnellate entro il 2020, obiettivo che si dovrebbe raggiungere entro la fine dell’anno. “In ultima analisi, l’obiettivo è il consolidamento del settore attraverso la riduzione del numero di operatori più piccoli e il passaggio dal 40% al 60% di quote di mercato concentrate sui primi dieci produttori – commenta Sunnucks – Per le società più inefficienti vi è un rischio sostanziale, ma al tempo stesso per quelle che sopravviveranno c’è un miglioramento delle prospettive”.

 

La necessità di una riforma finanziaria

 

Un elevato livello di controllo statale sui mercati finanziari cinesi ha incentivato i banchieri più esperti ad aggirare la regolamentazione in materia di credito, spostando l’erogazione dei prestiti tradizionali verso il perimetro dei “prodotti di investimento”, un’area con una vigilanza più limitata e che non richiede adeguamenti di capitale.

Di conseguenza, spiega Sunnucks, molte banche hanno un’esposizione agli “investimenti” superiore a quella del portafoglio di prestiti, un effetto che ha sostenuto la crescita degli asset, ma ha creato un notevole rischio sistemico non pienamente riflesso nei dati ufficiali.

L’anno scorso abbiamo visto che l’Autorità cinese di regolamentazione finanziaria ha iniziato a proporre misure più incisive per limitare la crescita del cosiddetto “shadow banking” e questo ha già avuto un impatto positivo sulle pratiche di finanziamento – spiega lo strategist – Tuttavia, sebbene la recente crescita degli asset bancari sia rallentata, i livelli di debito del sistema sono ancora elevati e ciò richiederà riforme continuative sul medio termine”.

Il nuovo dna delle aziende

 

Il terzo tema sono le aziende. Va detto che in Cina il ritmo dei cambiamenti è sempre stato più sostenuto nel settore delle vendite al dettaglio, e che l’aumento delle transazioni online ha colpito le imprese a livello globale, ma pochi Paesi sono stati influenzati da questa rivoluzione come la Cina.

Come ricorda Sunnucks, poiché circa il 15% di tutte le vendite retail avviene online, in Cina la percentuale dell’e-commerce è quasi doppia rispetto agli Stati Uniti, e il leader di mercato Alibaba sta già puntando a “ridefinire l’esperienza” del restante 85% delle vendite effettuate offline attraverso un “nuovo modello retail”. Inoltre, le società Internet cinesi hanno ampliato i propri servizi nel campo finanziario ben oltre i loro equivalenti occidentali.
Ciò ha reso la Cina il più grande mercato di eFinance al mondo, con circa 500 milioni di utenti ePayment, 400 milioni di investitori che acquistano prodotti finanziari online e circa 160 milioni di sottoscrittori di prestiti online”, dice lo strategist. Che aggiunge: “Con lo spostamento online dell’attività economica, si è prodotto un lungo elenco di vittime tra quelle realtà che sono state lente o incapaci di adattarsi. Allo stesso tempo, ci preoccupa il fatto che il prezzo delle azioni di alcune società Internet cinesi possa essere viziato da un eccessivo ottimismo sulle loro prospettive”.
In futuro, quindi, la rivoluzione portata dall’innovazione online continuerà a essere profonda, con conseguenze che andranno ben al di là del settore Internet.

Per noi è fondamentale guardare alle proiezioni passate dei profitti a breve termine e monitorare le nostre partecipazioni in società Internet per rilevare eventuali segnali di rischio che possano passare da predatore a preda man mano che il settore evolve”, commenta Sunnucks. Che conclude: “Nel 2018, stare “attenti al Cane” comporterà un approccio molto più selettivo, in quanto, nonostante le sfide, la Cina mantiene alcune delle opportunità bottom up più interessanti rispetto a qualsiasi altro mercato azionario globale”.