Cina: investimenti ai minimi storici, si attende la risposta dell’esecutivo
Negli otto mesi del 2018, il dato cinese che misura l’andamento degli investimenti è passato dal 5,5 al 5,3 per cento. Per l’indice, che un anno fa era al 7,8%, si tratta del livello minore dall’inizio della serie storica, nel 1992. Gli analisti avevano stimato un dato in linea con la precedente rilevazione. Gli investimenti fissi del settore privato, pari a circa il 60% del totale, nei primi 8 mesi hanno segnato un +8,7%, dal +8,8% precedente.
In una giornata particolarmente ricca di indicazioni macroeconomiche relative il Celeste Impero, risultati confortanti sono invece arrivati dalla produzione industriale, passata dal +6 al +6,1%, dalle vendite al dettaglio, dal +8,8 al +9%, e dal tasso di disoccupazione, sceso dal 5,1 al 5 per cento.
Quello relativo l’andamento degli investimenti, pubblici e privati, è un dato particolarmente importante per provare a stimare l’outlook sui prossimi mesi. “Se gli investimenti, in special modo quelli destinati a migliorare la dotazione infrastrutturale, non dovessero ripartire a settembre, il rischio per la crescita economica sarebbe notevole”, ha detto Shuang Ding, economista di Standard Chartered.
Nei primi 8 mesi le spese in infrastrutture sono salire del 4,2%, contro il +5,7% del periodo gennaio-luglio, e quelle per il miglioramento del sistema ferroviario sono passate dal -8,7% annuo al -10,6%.
Betty Wang di ANZ in questo senso è ottimista: “in un contesto caratterizzato dal forte incremento delle emissioni di bond da parte delle autorità locali e dal solido aumento dei prestiti da parte delle banche, continuiamo a stimare una ripresa degli investimenti nei prossimi mesi”.
La palla passa ora alle autorità di Pechino, che recentemente hanno mosso i primi passi per rilanciare le spese in infrastrutture e tagliare tasse e tariffe. La sensazione è che, in un momento particolarmente delicato sul fronte commerciale, servirà fare di più.
“Anche se Pechino sembra determinata ad allentare gli sforzi di riduzione della leva finanziaria ed ad avviare un nuovo ciclo di stimoli, riteniamo che al momento ci sia un margine di manovra minore rispetto ai precedenti cicli economici”, riporta una nota elaborata dagli analisti di Nomura. “La crescita delle esportazioni –continua lo studio – potrebbe segnare un forte calo nei prossimi mesi”.
Questo a causa dell’escalation della tensione commerciale, del rallentamento di alcune economie emergenti e della fine del processo di anticipazione delle vendite in vista dell’entrata in vigore dei dazi. “Ci attendiamo nuove misure di allentamento nei prossimi mesi, come la conferma dei tassi e una riduzione dei coefficienti di riserva obbligatoria”.