Christine Lagarde conferma la sua natura di gufo. E garantisce una Bce green
Che si voglia smarcare dalla platea piuttosto nutrita di falchi e colombe e che in generale voglia distinguersi, è piuttosto evidente. Christine Lagarde, numero uno della Bce, si presenta alla conferenza stampa successiva all’annuncio dei tassi da parte della Bce con tanto di spilla a forma di gufo appuntata sulla giacca.
Lagarde parla di comunicazione e di come sia necessario comprendere le necessità dei cittadini, in generale, ma allo stesso tempo dice davvero poco riguardo alla prima revisione di strategia di politica monetaria dal 2003 che la Bce lancerà sotto il suo comando.
La strategia sarà da un punto di vista formale, in quanto avrà per oggetto il linguaggio con cui l’istituzione di Francoforte si esprime nel rendere note le sue decisioni; dall’altro lato sarà anche sostanziale, in quanto Francoforte valuterà se il target di inflazione che si è sempre prefissato do raggiungere, pari a un valore poco al di sotto del 2%, sia appropriato.
Oggi la Bce ha annunciato di aver lasciato invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%.
Nel comunicato è stato ribadito che “i tassi rimarranno ai livelli attuali o più bassi fino a quando vedremo le aspettative di inflazione convergere in modo robisto a un livello sufficientemente vicino, ma inferiore, al 2% entro il nostro orizzonte di previsioni, e fino a quando tale convergenza non sarà rispecchiata dalle dinamiche sottostanti dell’inflazione”.
A che punto siamo, a tal proposito, con l’inflazione, grande obiettivo mancato della presidenza di Mario Draghi?
“Nel medio termine ci aspettiamo che l’inflazione salga sostenuta dalla nostra politica monetaria, dalla crescita dell’economia e dall’aumento dei salari”, ha detto il ‘gufo’ Lagarde. E’ importante comunque che la politica monetaria rimanga “accomodante in modo significativo” per centrare il target di inflazione. Certo, ha ribadito, l’economia riceverebbe un aiuto importante da una politica fiscale espansiva fatta di più spese e meno tasse, ma la buona notizia è che, seppure ancora orientati verso il basso, i rischi oggi sono meno pronunciati rispetto al passato, in quanto c’è meno incertezza sul commercio globale. E il riferimento è senz’altro all’accordo parziale commerciale sulla Fase 1 che lo scorso 15 gennaio è stato firmato da Donald Trump e dal vicepremier cinese Liu He, a Washington.
Lagarde cerca di smorzare le preoccupazioni sulle tensioni commerciali tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, affermando di aver “trovato conforto” nell’apprendere dell’incontro, a Davos, in occasione del World Economic Forum, tra la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il presidente americano Donald Trump”.
Certo, le sfide rimangono. D’altronde, ha precisato, “tassi di interessi bassi significano crescita economica bassa, sarebbe meglio avere il problema di tassi di interesse alti con una crescita economica alta“. Un gufo, Christine Lagarde, che preferisce assomigliare più a un falco che a una colomba? Sembra di sì, nel leggere questa sua dichiarazione. Tanto che alcuni analisti stanno già rifacendo qualche calcolo.
Quelli di Wells Fargo, per esempio, fanno riferimento agli ultimi dati macroeconomici arrivati dall’Eurozona, che si sono confermati più resilienti rispetto al passato e segnalano, anche, come gli stessi esponenti del Consiglio direttivo della Bce sembrino più ottimisti sul futuro. Di conseguenza, “riteniamo tuttora che un ulteriore allentamento da parte della Bce sia possibile, ma la differenza chiave è che ora la Bce probabilmente manterrà i tassi fermi, a meno di un notevole peggioramento dei dati, mentre prima (con Mario Draghi) sembrava comunque orientata a favore degli stimoli monetari a meno che i dati non mostrassero segnali di miglioramento. Ciò implica che, nel corso delle prossime settimane e dei prossimi mesi, rivedremo la nostra view sulla Bce in modo attento, e potremmo decidere anche di prevedere un nuovo taglio dei tassi da parte della Bce in caso di peggioramento dei dati”. In assenza di questo peggioramento, i tassi di interesse secondo gli esperti potrebbero non essere più tagliati.
In un momento in cui non si fa altro che parlare di cambiamenti climatici, clima, ambiente, crisi climatica, la Bce diventerà inoltre più green? Lagarde ha risposto che è intanto “responsabilità di tutti proteggere l’ambiente”. In termini operativi ha poi confermato la possibilità di investire su asset più sostenibili e di rivedere la strategia di acquisti di corporate bond. D’altronde, Lagarde si è anche detta d’accordo con la BRI, Banca dei Regolamenti Internazionali, che ha sottolineato come i cambiamenti climatici rappresentino una minaccia per la stabilità finanziaria.