Chiusura Borse oggi, 5 maggio 2023: Europa in rialzo nella settimana delle Banche centrali
Chiusura all’insegna degli acquisti per tutti i principali indici europei che chiudono le contrattazioni ampiamente sopra il livello di parità.
Acquisti anche a Wall Street con l’indice S&P 500 che si trova al momento in rialzo dell’1,48% a quota 4.121 punti, mentre il Dow Jones si trova al momento in rialzo dell’1,2%.
La positività di oggi è spinta anche dalla trimestrale positiva di Apple, oltre che dal progressivo recupero delle banche regionali, un elemento che allevia le tensioni dei giorni scorsi sul comparto.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 5 aprile 2023
Indici Europa e Italia
In Europa, l’indice Euro Stoxx 50 chiude la seduta in rialzo dell’1,26%; mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib archivia le contrattazioni in positivo del +2,54% a quota 27.348 punti.
Acquisti anche sul Cac40 francese in positivo dell’1,35%, ma anche sul Dax di Francoforte (+1,43%), e l’Ibex35 spagnolo (+1,17%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul paniere principale di Piazza Affari, acquisti su Saipem (+6%) in scia al recupero del petrolio e su Telecom Italia (+8%) dopo i rumors di un’apertura del Mef ad un’eventuale offerta congiunta per la rete da Cdp-Macquarie e KKR.
In controtendenza Moncler (-0,18%), nonostante i conti sopra le attese che tuttavia non hanno impressionato gli analisti.
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Andamento Spread Btp / Bund
Sull’obbligazionario salgono i rendimenti soprattutto sulle scadenze più brevi con il biennale statunitense in aumento di quasi 15 bp al 3,94%. Lo spread Btp-Bund rimane in area 190 bp, con il decennale italiano al 4,19%.
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Forex e Commodity
Sul Forex, euro/dollaro poco mosso a 1,1, mentre il petrolio (Brent) recupera il 4% e torna sopra gli 75 dollari al barile, ma resta in calo per la terza settimana consecutiva a causa delle incertezze sulla domanda globale.
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Focus sui dati del mercato del lavoro
In giornata sono stati pubblicati i dati sul mercato del lavoro a stelle e strisce, che mostrano un incremento oltre le stime delle nuove assunzioni e un tasso di disoccupazione inaspettatamente in calo al 3,4%.
Questi segnali di resilienza rischiano di alimentare le pressioni inflazionistiche sui salari, rafforzando altresì l’idea che la Fed possa mantenere i tassi su livelli restrittivi per parecchio tempo.