Chiusura Borse oggi, 30 giugno 2023: pioggia di acquisti in Europa al termine del primo semestre
I principali indici europei festeggiano la fine del primo semestre all’insegna degli acquisti. A sostenere il sentiment contribuiscono le speranze di nuovi stimoli economici in Cina, dopo i dati di giugno che hanno mostrato una crescita dei servizi più debole del previsto e una contrazione dell’attività nel settore manifatturiero.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 30 giugno 2023
Indici Europa e Italia
A Piazza Affari, l’indice Ftse Mib archivia le contrattazioni in rialzo dell’1,08% oltre la soglia psicologica dei 28.000 punti, in particolare 28.230,83 punti e per la prima volta dal gennaio 2022. Un segnale di forza per il principale indice di Milano, che chiude la seduta in progresso dell’1,% a 28.2 punti, sui massimi dal 2008.
L’indice Euro Stoxx 50 termina la seduta in rialzo dell’1%. Positivo anche il Cac 40 francese (+1,2%), l’Ibex 35 spagnolo (+0,8%) e il Dax di Francoforte (+1,2%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
All’interno del paniere principale di Piazza Affari acquisti in particolare su Iveco (+3,7%), Erg (+3,7%) e Prysmian (+3,4%)
Al contrario, vendite solo su Leonardo (-0,3%) e A2A (-0,1%).
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Andamento Spread Btp / Bund
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund rimane pressoché invariato a 167 punti base con il decennale italiano al 4,06%.
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Forex e Commodity
Sul Forex, l’euro/dollaro si riporta sopra quota 1,09 mentre il dollaro/yen si stabilizza a 144,6 dopo che il ministro delle finanze giapponese ha affermato che il governo risponderà in modo appropriato a qualsiasi movimento eccessivo nel mercato valutario. Anche la banca centrale cinese ha affermato che interverrà per sostenere lo yuan, sui minimi da 15 anni.
Tra le materie prime il petrolio (Brent) risale a 75,6 dollari al barile.
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I principali dati macro di oggi
In giornata sono stati diffusi i dati sull’inflazione dell’eurozona, che hanno evidenziato un rallentamento al 5,5% a giugno dal 6,1% di maggio. Il dato core, tuttavia, ha accelerato dal 5,3% al 5,4%, rafforzando la prospettiva di altri due rialzi dei tassi da parte della Bce.
Negli Usa, il core Pce (tra le misure di inflazione preferite della Fed) ha frenato leggermente, dal 4,7% al 4,6%, senza modificare sensibilmente le aspettative sulle prossime mosse della banca centrale, dopo che Powell in settimana ha lasciato sul tavolo l’ipotesi di due strette consecutive a luglio e settembre.