Chiusura Borse oggi, 24 febbraio 2023: indice PCE core mette in allerta i mercati
Chiusura di seduta e di settimana borsistica all’insegna dei ribassi in Europa, con tutti i principali indici del Vecchio Continente che virano in territorio negativo nel pomeriggio dopo un avvio in rialzo. Nel frattempo, procede con segni rossi anche Wall Street dopo la pubblicazione del PCE core, parametro preferito dalla Fed per monitorare il trend dell’inflazione Usa, che ha accelerato oltre le attese degli analisti.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 24 febbraio 2023
Indici Europa e Italia
A Milano, l’indice Ftse Mib archivia la seduta in ribasso dell’1,1% a 26.986 punti. L’indice Euro Stoxx 50 chiude le contrattazioni in perdita dell’1,9% trovandosi così a quota 4. 178 punti. Segni rossi anche per l’indice Dax di Francoforte (-1,7% a 15.205 punti), l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%) e Cac 40 francese (-1,8%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul listino principale di Piazza Affari, acquisti in particolare Saipem (+2%), ERG (+1,7%) e Telecom Italia (+1,4%). Oggi si è riunito il Cda di Tim, che ha espresso apprezzamento per l’offerta di KKR ma ha richiesto un miglioramento della stessa entro il nuovo termine del 31 marzo.
Al contrario, vendite su Pirelli (-3,8%), Interpump (-3,6%) e BPER Banca (-2,6%).
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Andamento Spread Btp / Bund
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund resta in area 183 punti base con il rendimento del decennale italiano al 4,32%, in linea con gli altri benchmark europei.
Da segnalare che in giornata il Tesoro ha collocato 9,5 miliardi di BTP a 5 e 10 anni insieme al CCTEU a 7 anni.
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Forex e Commodity
Tra le valute, il cambio euro/dollaro scende ulteriormente a 1,055 mentre il dollaro/yen sale oltre quota 136 dopo il primo intervento del prossimo governatore della BoJ, Kazuo Ueda, che ha confermato la linea accomodante del suo predecessore Kuroda.
Fra le materie prime avanza il petrolio, con il Brent a ridosso degli 83 dollari al barile.
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Inflazione Usa ancora persistente
Il dato peggiore delle attese sul Pce core, misura attentamente monitorata dalla Fed per valutare l’inflazione, ha evidenziato un’accelerazione al 4,7% annuo, ben al di sopra delle aspettative. Dinamica che rafforza le aspettative di una Fed ancora restrittiva per lungo tempo al fine di contrastare le persistenti pressioni sui prezzi. I tassi swap implicano un picco del costo del denaro pari al 5,4% a luglio e la presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, ha ribadito la necessità di continuare con le strette.
Focus infine sulle tensioni geopolitiche. La Casa Bianca aumenterà le tariffe su oltre 100 tra metalli, minerali e prodotti chimici russi, mentre il segretario al Tesoro Usa Janet Yellen ha messo in guardia la Cina e altre nazioni dal fornire sostegno alla Russia, annunciando “conseguenze molto gravi”.