Chiusura Borse oggi, 22 febbraio 2023: rallenta l’inflazione in Italia
Seduta all’insegna delle vendite in Europa, con tutti i principali indici del Vecchio Continente che archiviano la seduta con sostanziosi ribassi. Al momento, debolezza anche a Wall Street all’indomani della peggior seduta da inizio, con l’indice S&P 500 che si trova sulla parità a quota 4.000 punti, in attesa della minute della Fed. Sul sentiment degli operatori pesano le prospettiva di una Fed più restrittiva nella prossima riunione di politica monetaria.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 22 febbraio 2023
Indici Europa e Italia
A Milano, l’indice Ftse Mib archivia la seduta in calo dell’1,12% a 27.101 punti, fanalino di cosa tra i listini del Vecchio Continente. L’indice Euro Stoxx 50 si appresta a chiudere le contrattazioni in calo dello 0,19% trovandosi così a quota 4.242 punti; mentre l’indice Dax di Francoforte chiude sulla parità vicino ai 15.400 punti. Debolezza anche sull’Ibex 35 di Madrid, ma anche sul Cac 40 francese in calo di oltre lo 0,13%.
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul listino principale di Piazza Affari, acquisti in particolare su Tim (+2,79%), dopo che KKR ha chiesto la proroga del termine dell’offerta per la rete al 24 marzo. In luce anche Interpump (+1,67%) e Stellantis (+2,21%), con quest’ultima che beneficia dei buoni conti trimestrali.
Nel dettaglio, il colosso automobilistico ha registrato un utile record nel 2022, annunciando un dividendo di 1,34 euro per azione, oltre a un piano di buyback per 1,5 miliardi. La società ha anche approvato la distribuzione di un bonus ai dipendenti di 2 miliardi di euro. Bene Interpump (+%) e Campari (+%).
Al contrario, vendite su Tenaris (-3,14%) e i bancari: Finecobank (-4,77%), Bper Banca (-4,39%) e Intesa Sanpaolo (-3%).
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Andamento Spread Btp / Bund
lo spread Btp-Bund resta in area 192 punti base con il rendimento del decennale italiano al 4,46% dopo l’impennata della seduta precedente.
Da segnalare che in giornata il Tesoro ha collocato 5,25 miliardi di titoli a 2 e 10 anni, con rendimenti in salita.
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Forex
Tra le valute, il cambio euro/dollaro in lieve flessione dello 0,16% a 1,062 mentre fra le materie prime arretra il petrolio, con in Brent sotto 82 dollari al barile, con un calo di quasi il 2%, a causa del rafforzamento del dollaro e dei timori di una domanda più debole a causa di una politica monetaria più restrittiva.
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Rallenta l’inflazione in Italia
Sul fronte dati macroeconomici, l’Istat ha diffuso oggi i dati sull’inflazione di gennaio, che hanno evidenziato un netto rallentamento dall’11,6% al 10% (10,1% la prima lettura). Il dato armonizzato si attesta al 10,7% (+12,3% a dicembre, +10,9% la stima preliminare).
I solidi dati degli ultimi giorni e le dichiarazioni da falco di alcuni esponenti della banca centrale hanno spinto gli investitori a rivedere al rialzo le aspettative sul picco dei tassi.
