Chiusura Borse oggi, 1° febbraio 2023: attesa per le parole di Powell
Seduta poco mossa per i principali indici europei, con l’indice delle blue chips italiane, Ftse Mib, che chiude in vetta ai listini continentali registrando un guadagno dello 0,39% a 26.703,87 punti, prima delle riunioni delle banche centrali.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 1° febbraio 2023
Indici Europa e Italia
Seduta contrastata e a due velocità in Europa con tutti i principali indici del Vecchio Continente che archiviano la seduta all’insegna della debolezza in attesa dell’esito della riunione della Fed id questa sera e il meeting Bce di domani
L’indice Dax di Francoforte si appresta a chiudere la seduta a quota 15.180,25 punti trovandosi a +0,34%, ma anche il Cac40 francese si trova sulla parità, mentre l’Ibex 35 di Madrid chiude in rialzo dello 0,73%.
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
All’interno del paniere principale di Piazza Affari acquisti soprattutto su Bper (+3,3%), STM (+2,5%) e Unipol (+2,4%).
In calo invece Recordati (-2,5%), Enel (-2,2%) e Tenaris (-2,1%).
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Andamento Spread Btp / Bund
Sul fronte obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia lievemente a 190 punti base, con il rendimento del decennale italiano in salita al 4,17%.
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Forex
Il cambio euro/dollaro si porta sopra quota 1,09; mentre tra le materie proseguono i realizzi sul petrolio, con il Brent sceso poco sotto quota 85 dollari al barile.
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Inflazione rallenta in Europa
In rosso Wall Street, aspettando la conclusione del meeting della Fed, oltre ai conti di Meta a mercati chiusi. La banca centrale statunitense alzerà i tassi di 25 punti base, ma gli operatori valuteranno soprattutto eventuali segnali di una prossima pausa nell’inasprimento monetario. Domani si riuniranno anche la Bce e la Bank of England, che alzeranno i tassi di 50 punti base.
Intanto, l’agenda macroeconomica ha fornito indicazioni contrastanti. I dati Adp hanno evidenziato un rallentamento nella crescita degli impieghi nel settore privato, legata però anche alle condizioni climatiche avverse nel mese di gennaio. L’indice ISM manifatturiero ha mostrato un’ulteriore contrazione del settore mentre l’indagine JOLTS indica ancora una solida domanda di lavoro a dicembre. In Europa sono stati diffusi i numeri sull’inflazione della zona euro, che rallenta all’8,5% annuo, anche se il dato core è rimasto stabile al 5,2% a gennaio. Inoltre, il PMI manifatturiero è aumentato per il terzo mese consecutivo, pur rimanendo in zona contrazione a 48,8 punti. In Italia, l’indice dei prezzi al consumo NIC è sceso al 10,1% annuo mentre il dato armonizzato ha rallentato al 10,9%.