Chiusura Borse oggi, 02 marzo 2023: delude l’inflazione in Ue e Italia
Seduta volatile per le borse europee che dopo un avvio pesante hanno invertito la rotta chiudendo sopra la parità. Nel frattempo, Wall Street si muove contrastata con il Dow Jones a +0,4%, l’S&P500 a -0,2% e il Nasdaq a -0,6%, con Tesla in deciso calo di oltre il 6% all’indomani dell’Investor Day.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 02 marzo 2023
Indici Europa e Italia
A Milano, l’indice Ftse Mib dopo aver perso l’1% in avvio di seduta riesce ha invertire la tendenza chiudendo la seduta in rialzo dello 0,3% a quota 27.398 punti. L’indice Euro Stoxx 50 mostra un progresso dello 0,6%, trovandosi così a quota 4.241 punti.
In positivo anche il Dax di Francoforte in rialzo dello 0,15%, ma anche il Cac 40 francese (+0,6%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul listino principale di Piazza Affari, svetta Amplifon (+3,95%) seguita da Campari (+3,68%) e Tenaris (+2,51%),
Al contrario, vendite su STMicroelectronics (-3,41%) dopo che Tesla ha dichiarato durante il suo Investor Day che sta utilizzando meno wafer di carburo di silicio nei pacchetti di transistor favorendo la propria tecnologia interna.
In calo anche i bancari Banco Bpm (-1,33%) e Unicredit (-1,19%).
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Andamento Spread Btp / Bund
Sul fronte obbligazionario, continuano a salire i rendimenti obbligazionari dopo gli ultimi dati macro che rafforzano sempre più la prospettiva di nuovi rialzi dei tassi da parte delle banche centrali. In questo contesto, lo spread Btp-Bund avanza a 187 punti base, con il rendimento del decennale italiano in rialzo al 4,6%.
Da segnalare il ritorno dei Treasuries Usa a 10 anni sopra soglia del 4% per la prima volta da novembre, accelerando fino al 4,07%.
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Forex e Commodity
Sul Forex, cambio euro/dollaro si riavvicina a 1,06, mentre recupera terreno il petrolio, con il Brent a 85 dollari al barile, mentre il gas scende sotto i 47 euro/Mwh.
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Deludono i dati sull’Inflazione Ue e Italia
L’inflazione dell’eurozona a febbraio ha registrato una variazione su base annua dell’8,5%, superiore all’8,3% delle attese e marginalmente inferiore all’8,6% di gennaio.
Il dato core, il più monitorato dalla Bce, è addirittura balzato al 5,6% tendenziale, rispetto al 5,3% precedente e atteso.
Anche in Italia la corsa dei prezzi ha rallentato meno delle attese (dal 10% al 9,2%, dal 10,7% al 9,9% su base armonizzata) mentre l’inflazione di fondo è passata dal 6,0% al 6,4%.
In generale gli ultimi dati sui prezzi dei principali Paesi europei hanno spinto gli operatori a scontare ulteriori rialzi dei tassi di 150 punti base entro fine anno.
Minute BCE
In giornata sono state diffuse anche le minute della Banca Centrale Europea, che hanno confermato l’intenzione di alzare ancora il costo del denaro. Nell’ultima riunione i funzionari europei hanno definito “prematura” la preoccupazione per una stretta di politica monetaria eccessiva, vista la distanza sostanziosa dall’ipotetico tasso terminale.
Sono stati diffusi i dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti che ancora hanno registrato un calo nella scorsa settimana a 190.000 unità, su livelli storicamente bassi.