Crisi chip: Micron taglia 10% staff e sospende bonus
Pessime notizie dal mondo dei chip: Micron Technology, il colosso americano produttore di semiconduttori, ha confermato la crisi del settore annunciando, oltre alla trimestrale, anche il taglio del 10% del proprio staff e la sospensione dei bonus per tutto il 2023.
Con sede nell’Idaho Micron, stando alla recente documentazione depositata presso la Sec, ha una forza lavoro di 48.000 dipendenti circa.
I tagli, ha precisato il gruppo, avverranno attraverso uscite volontarie e licenziamenti, nell’ambito di un più ampio piano di ristrutturazione.
Il titolo segna un calo del 2% in premercato a Wall Street, ma è reduce da un tonfo di ben -45% dall’inizio del 2022, confermandosi tra i peggiori del settore dei semiconduttori.
Per avere un’idea di come abbia sottoperformato, basta guardare all’indice di riferimento dei titoli chip, il Philadelphia Stock Exchange Semiconductor Index, che è sceso YTD del 33%.
Micron taglia anche budget investimenti
“In data 21 dicembre – si legge nel comunicato – abbiamo annunciato un piano di ristrutturazione in risposta alle condizioni sfidanti dell’industria. In base al piano di ristrutturazione, prevediamo di ridurre la nostra forza lavoro del 10% circa nell’anno 2023, attraverso una combinazione di uscite volontarie e di riduzione del personale”.
Micron, che aveva già annunciato il taglio dei suoi livelli di produzione, ha deciso di ridurre anche il budget per nuovi investimenti, in particolare per nuovi impianti e attrezzature, e ora stima di spendere durante l’anno fiscale 2023 tra i $7 miliardi e i $7,5 miliardi, al di sotto del precedente target fissato a 12 miliardi di dollari.
Il piano di ristrutturazione comporterà per Micron il sostenimento di un onere di $30 milioni che andrà a impattare il bilancio del trimestre attuale.
Riguardo ai numeri della trimestrale appena annunciati, il colosso americano ha reso noto una perdita per azione su base adjusted, di $0,04, più alta della perdita di $0,01 attesa dal consensus degli analisti.
Il fatturato si è attestato a $4,09 miliardi, livello inferiore ai $4,11 miliardi attesi dagli analisti.
Micron ha peggiorato anche l’outlook per il trimestre attuale (suo secondo trimestre fiscale), comunicando di prevedere vendite per un valore di $3,8 miliardi, al di sotto delle stime degli analisti di $3,88 miliardi.
La perdita attesa è di 62 centesimi per azione, escludendo alcune poste straordinarie, rispetto alla perdita di 29 centesimi per azione prevista dagli analisti.
La nota di Equita SIM
Così Equita SIM commenta i risultati di Micron Technology:
“Micron Technology, società americana leader nel settore delle memorie, ha riportato fatturato per il primo trimestre fiscale del 2023 (chiuso a fine novembre) di $4,09 miliardi, in calo – 47% su base annua e sostanzialmente in linea con le attese ($4,13 miliardi)”.
“La guidance per il secondo trimestre fiscale vede un range di sales fra $3.6-4bn con il mid-point di $3.8bn in calo sequenziale del 7%, il 2% sotto le attese ($3.88bn) ma con un gross margin debole (8,5% vs 15,8% exp.) per il continuo calo dei prezzi delle DRAM/NAND.
Equita continua, segnalando che “Micron ha ulteriormente ridotto l’attesa di capex per il FY23 (anno fiscale 2023) da $8 miliardi a $7-7.5 miliardi(nell’anno fiscale 2022 era di $12 miliardi). A livello di prodotto nel 2023 la società si attende un calo LMSD per i PC, flattish per smartphone, crescita per cloud ma inferiore ai trend storici, crescita robusta per automotive ed un recupero del segmento industrial nel secondo semestre del 2023, che al momento sta vivendo un destocking”.
“I risultati – conclude Equita – indicano che il bottom del ciclo nel segmento consumer e nel pricing per le memorie è più profondo del previsto ma le attese di graduale recupero da marzo sono confermate”.
La nota di Equita SIM menziona i titoli italiani del settore chip interessati dalla notizia, i particolare StMicroelectronics, sul cui titolo gli analisti hanno un rating “hold” e un target price di 45 euro, rispetto al valore della chiusura di ieri del titolo, pari a 35,14 euro, e Technoprobe, anch’esso valutato con rating “hold” e target a 7,5 rispetto alla chiusura di ieri di 6,85 euro.
Micron Technology, nota soprattutto per la produzione di memoria per i produttori di computer, sta facendo fronte a un contesto in cui le vendite di PC hanno già iniziato a rallentare, a fronte del comparto dei server che, secondo le attese degli analisti, dovrebbe mostrare una crescita solo lieve nel 2023.