Carige salva ‘per la quarta volta in sei anni’. Tutti i numeri (e i nomi) della nuova banca
Il mondo della politica italiana e delle banche ha esultato per l’ok all’operazione di rafforzamento patrimoniale da 900 milioni di euro – comprensiva di un aumento di capitale da 700 milioni – arrivato dall’assemblea straordinaria di Carige, lo scorso venerdì 20 settembre.
Ha votato a favore del piano proposto dai Commissari straordinari il 91,04% degli azionisti presenti, che rappresentavano il 47,6% del capitale complessivo della banca. Non ha partecipato all’assemblea straordinaria la Malacalza Investimenti, azionista di maggioranza dell’istituto con il 27,5% delle azioni.
Il via libera è stato possibile proprio grazie alla decisione dei figli di Vittorio Malacalza, Davide e Mattia, che controllano la Malacalza Investimenti. Il padre, Vittorio, si è presentato in assemblea e ha anche votato. Lo riporta il Messaggero, secondo cui “Vittorio Malacalza (con lo 0,16%), tramite un delegato, ha votato contro, a differenza della società Malacalza Investimenti (primo socio con il 27,5% di Carige) – di proprietà dei figli – che non si è presentata”. (tanto che il quotidiano romano si chiede se per caso ci sia stata “una spaccatura fra padre e figli”.
Quale sia siato il motivo, la decisione di Davide e Mattia di non presentarsi ha salvato – per ora- la pelle alla banca. Detto questo, c’è ancora molta cautela sul destino di un istituto che, come ha fatto notare un articolo de La Stampa, è stato salvato per “la quarta volta negli ultimi sei anni”. Così come vale la pena ricordare quelle cifre monstre che dimostrano l’esito fallimentare di precedenti operazioni di ricapitalizzazione della banca:
Di fatto Banca Carige ha bruciato dal 2014 in avanti quasi in toto i 2,2 miliardi di euro circa di ricapitalizzazioni messe in atto. A rivelarlo, nel corso dell’assemblea straordinaria di venerdì scorso, è stato uno dei commissari straordinari della banca, Fabio Innocenzi, che ha ricordato che dal 2014 la banca ha perso il 98,3% dei circa 2,2 miliardi di ricapitalizzazioni fatte. Nel dettaglio sono stati tre gli aumenti di capitale che si sono susseguiti in questi anni, rispettivamente per 850, 800 e 560 milioni.
Occhio alla nota di Equita SIM:
“L’assemblea di Carige, riunitasi lo scorso venerdì (presente il 47,7% del capital sociale), ha approvato l’aumento di capitale da 700 mn di euro. L’aumento è ripartito in tranche destinate rispettivamente per 313,2 milioni allo Schema Volontario (tramite conversione del Tier 2 sottoscritto a Novembre 2018) , 63 milioni a CCB, 238,8 milioni al FITD e per 85 milioni agli attualiazionisti. Il FITD garantirà inoltre la parte di inoptato nono sottoscritta dagli azionisti. “L`approvazione dell`aumento di capitale – continua Luigi Pedone di Equita SIM – permetterà l’emissione di unostrumento subordinato Tier 2 per un importo totale di 200 milione e la cessione di un portafoglio di NPE per circa 3bn ad AMCO (ex SGA). Tenendo conto degli effetti derivanti dall’aumento di capitale, l’emissione del Tier 2 e la cessione dei crediti deteriorati ad AMCO (previsto impatto negativo pari a 81 mn ), Carige raggiungerà un CET1 pro-forma del 15%(vs un requisito SREP per il 2019 del 11.8%) ed un NPE ratio lordo stimato inferiore al 5%. Carige ha chiuso il primo semestre 2019 con una perdita netta pari a circa 428 mn di euro e secondo i dati del piano industriale dovrebbe tornare a breakeven a partire dal 2021. Assumendo che gli attuali azionisti aderiscano proquota all`aumento di capitale, l’azionariato di Carige sarebbe composto: – Fitd 73% – CCB 8% – Malacalza 5% – Altri 13%