Carige: da cda ok a manovra da 700 milioni, titolo mette il turbo
Novità per il mondo delle banche italiane, sempre sotto le lenti degli investitori per il problema degli npl e per la necessità di reperire nuovi capitali. Mentre si attende – potrebbe arrivare a ore o nella giornata di domani – il verdetto della Commissione europea al piano industriale autorizzato dal cda di Mps, un altro cda, quello di Banca Carige, dà il via libera a una manovra di ricapitalizzazione per un valore complessivo di 700 milioni di euro. Immediata la reazione del titolo che, dopo il +3,8% della vigilia, avvia le contrattazioni di Piazza Affari con un balzo +6,1%.
Da segnalare che le preoccupazioni sul futuro dell’istituto genovese hanno depresso nell’ultimo mese le quotazioni di oltre -10%. Non che la performance sia stata positiva nell’ultimo periodo: in sei mesi, il titolo Carige ha ceduto quasi il 40%.
La manovra prevede un aumento di capitale da 500 milioni e altre misure di rafforzamento patrimoniale per 200 milioni di euro. Il consiglio di amministrazione ha autorizzato anche la cessione di NPL (ovvero crediti deteriorati) per un valore di circa 1,2 miliardi di euro.
In una nota la banca ha precisato che il cda “ha approvato le nuove linee di guida nella strategia di gestione degli NPE (non performing exposures) e le azioni di rafforzamento patrimoniale finalizzate a completare il processo di de-risking del gruppo”.
Le azioni di rafforzamento patrimoniale sono state individuate “in piena adesione ai target Srep assegnati dalla Bce”, ovvero in un’ottica di calo degli Npe da 7 miliardi a 5,5 miliardi entro l’anno in corso, fino a scendere a 4,6 miliardi entro il 2018 e a 3,7 miliardi entro il 2019.
Oltre all’aumento di capitale da 500 milioni di euro, il reperimento delle risorse si focalizzerà su quattro aree macro di azione, che escludono la conversione di bond subordinati, a conferma dei rumor circolati negli ultimi giorni.
Una di queste è la “cessione di asset di pronta valorizzazione”: Carige si libererà dei diversi immobili di pregio, tra cui spiccano le sedi di Londra, Roma e Milano; la seconda area di azione è la cessione dellapartecipazione detenuta in Creditis; terza e quarta area di azione prevedono la cessione della piattaforma di recupero crediti in sofferenza e del business di acquiring, ovvero quello dei servizi di incasso relativi ai contratti Pos”.
Ieri il titolo Carige è salito del 3,8%, travolto dall’ondata di buy che ha interessato l’intero azionario italiano, e soprattutto i titoli bancari.