Carige: commissari verso attivazione garanzia pubblica sui bond mentre puntano a ulteriore taglio NPE
Sì alla garanzia pubblica sui bond di nuova emissione offerta come aiuto dal governo M5S-Lega; sì anche a una ulteriore fase di de-risking, attraverso una operazione di taglio degli NPE a un livello che si posizionerebbe anche al di sotto dei valori del sistema. Sulla ricapitalizzazione pubblica precauzionale alla Mps, l’ipotesi resta del tutto residuale. Dopo le misure di emergenza per mettere in sicurezza Carige, approvate ieri con un decreto del governo M5S-Lega, l’istituto -commissariato la scorsa settimana dalla Bce – ha detto la sua, confermando anche, con un comunicato, di aspettare la decisione dell’SVI (Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei depositi), in merito alla sua richiesta di rinegoziare il tasso sui bond, schizzato al 16%.
“Considerando la draft decision della BCE che ha accolto il Capital Conservation Plan dando tempo alla Banca fino al 31/12/2019 per rispettare in modo sostenibile i requisiti patrimoniali, i Commissari straordinari, accompagnati da Gianluca Brancadoro per il Comitato di Sorveglianza, hanno incontrato ieri i vertici dello Schema Volontario di Intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (“SVI”) formulando una proposta volta a porre le basi della ridefinizione delle condizioni del prestito subordinato di 320 milioni di Euro sottoscritto dallo SVI in data 30 novembre 2018, tali da garantire la sostenibilità nel quadro del piano industriale in corso di preparazione e della prospettata aggregazione”.
Se quei tassi rimanessero inchiodati al 16% attuale, il carico dei costi sulle spalle della banca crescerebbe di 51 milioni di euro in interessi annui da corrispondere, a detrimento del suo bilancio.
Cruciale sarà di conseguenza capire se le banche accetteranno o meno la richiesta dei commissari di tagliare in modo sostanzioso quegli interessi.
Nella nota odierna, i commissari di Carige hanno comunicato intanto l’intenzione di chiedere l’attivazione della garanzia pubblica sull’emissione di obbligazioni messa a disposizione dallo Stato, con il decreto approvato ieri dal governo M5S-Lega.
Rese note anche altre iniziative, come quella di “avviare una due diligence sugli NPE della Banca, che sarà condotta da primari operatori del settore, con l’obiettivo di una ulteriore drastica riduzione degli stessi (che segue quella di oltre 1,55 miliardi di Euro appena effettuata)”. Obiettivo: “includere nel piano industriale una percentuale degli NPE compresa tra il 5% e il 10% del totale dei crediti” e consentire così a Banca Carige di posizionarsi anche “a di sotto del valore medio di sistema”, nell’ambito del processo di pulizia di bilancio che l’istituto ha già intrapreso.
Da segnalare che le misure che sono state approvate con decreto dal governo M5S-Lega sono le stesse adottate dai governi precedenti, in particolare nella gestione delle crisi delle banche venete e di Mps.