Carige, battaglia per la conquista del cda: Mincione insieme a Volpi e AD Fiorentino per battere i Malacalza
Carige dovrebbe fondersi con un’altra banca “nel più breve tempo possibile”. Lo ha detto Raffaele Mincione, che proprio quest’anno è emerso tra gli investitori top della banca ligure, acquisendo all’inizio una partecipazione pari al 5,4%, poi salita appena al di sotto del 9,9%, secondo le fonti. Questo, in attesa della prossima riunione dell’assemblea degli azionisti, che è stata fissata al 20 settembre per il rinnovo del board. In questa occasione Mincione cercherà insieme ai suoi alleati di battere la lista dell’azionista di maggioranza, Vittorio Malacalza. Il titolo di Banca Carige mette a segno in mattinata un rialzo del 2% circa.
Ieri Mincione ha presentato la lista dei candidati, riproponendo l’amministratore delegato uscente Paolo Fiorentino per la carica di numero uno della banca; Mincione ha anche riferito di aver firmato un accordo con gli investitori Aldo Spinelli e Gabriele Volpi, entrambi a favore della lista da lui presentata. Da segnalare che Volpi detiene una partecipazione del 9% nella banca.
Nella nota diramata, l’imprenditore ha sottolineato che la lista dei candidati presentata è “la migliore soluzione” per proteggere gli azionisti. Inoltre, nell’auspicare una fusione, ha affermato che “Banca Carige ha bisogno di andare avanti velocemente nel percorso di ripresa che è stato lanciato da Paolo Fiorentino…senza perdere del tempo prezioso”.
Lo scorso giovedì Malacalza Investimenti, la holding dell’imprenditore locale Malacalza che detiene il 23,96% di Carige, ha presentato la sua lista di candidati, che include nomi noti nel mondo della finanza, come Fabio Innocenzi e Pietro Modiano.
Fiorentino è il terzo AD che Malacalza vuole far fuori, dopo essere diventato azionista di maggioranza nel 2014.
Proprio la tensione esplosa tra Malacalza e Fiorentino ha portato la Bce, nel mese di luglio, a lanciare un ultimatum alla banca, intimandole di agire per sopperire alla mancanza di capitale o per avviare una fusione con una banca più grande entro la fine dell’anno. Le tensioni Malacalza-Fiorentino hanno scatenato un vero e proprio esodo dei consiglieri del gruppo.