Capitalizzazione Ftse Mib: Ferrari sorpassa Enel, sul podio anche Intesa
Ferrari torna ad essere la società con la maggiore capitalizzazione di mercato all’interno dell’indice Ftse Mib, scalzando Enel dalla vetta. Con una market cap di 69 miliardi di euro la Rossa di Maranello sale nuovamente sul gradino più alto del podio, sorpassando il gruppo energetico italiano che vale adesso circa 67,2 miliardi. Terzo posto per Intesa Sanpaolo che ha una capitalizzazione di 65,5 miliardi seguita da un’altra big bank del Ftse Mib, UniCredit che vale 59,3 miliardi. Prosegue intanto la discesa di Stellantis che ora ha una market cap di circa 56,2 miliardi di euro dopo il balzo dei mesi scorsi (a inizio aprile aveva raggiunto una market cap di circa 83 miliardi).
Piazza Affari è il principale mercato azionario italiano e il quinto per capitalizzazione in Europa. Le società quotate sulla Borsa di Milano rappresentano quindi una parte importante dell’economia tricolore, ma tra tutti i titoli presenti su Borsa Italiana assumono un ruolo di primaria importanza in particolare quelli inseriti all’interno dell’indice Ftse Mib. Si tratta infatti di un indice ponderato sulla base della capitalizzazione di mercato che rappresenta l’andamento di un paniere delle 40 società a maggiore capitalizzazione presenti sull’intero listino di Piazza Affari.
Quali sono i titoli che ad ora fanno parte del Ftse Mib e quanto pesano sull’indice?
Chi sono i più capitalizzati di Piazza Affari
Come emerge dalla tabella sottostante ad oggi (2 luglio 2024) ora è Ferrari la regina del Ftse Mib in termini di capitalizzazione. Nel corso dell’ultimo mese, il Cavallino Rampante ha accelerato, con la market cap a un passo dai dai 69 miliardi di euro rispetto ai 67,8 miliardi di inizio maggio (il che implica un peso della società per il 9,8% circa sull’indice). Prosegue il testa a testa tra Ferrari ed Enel, con il gruppo guidato da Cattaneo che è scivolato al secondo posto in classifica con una capitalizzazione di 67,2 miliardi e una ponderazione all’interno dell’indice del 9,6%.
Due banche al terzo e quarto posto: Intesa Sanpaolo con una capitalizzazione di mercato di 65,5 miliardi e un peso del 9,3% sull’indice e UniCredit che ha una market cap di 59,3 miliardi (con un peso dell’8,4% sull’indice). Scivola ancora e finisce in quinta posizione la big europea dell’automotive Stellantis che ha una capitalizzazione di mercato di 56,2 miliardi (peso del 8%). Tra le conferme Eni sempre al sesto posto (market cap sale da 46,5 a 47,7 mld e un peso del 6,8%) e Generali (settima) con una capitalizzazione di 37,5 miliardi (un peso del 5,3%).
Osservando la struttura settoriale dell’indice Ftse Mib il settore finanziario, con ben 13 società, è quello più presente all’interno del Ftse Mib e quindi maggiormente in grado di influenzare l’andamento generale del listino. Altri settori più “diffusi” all’interno della composizione del paniere principale di Piazza Affari sono le utilities con 7 società a larga capitalizzazione, poi il comparto automotive e quello industriale (entrambi con 4 società). Come detto, c’è un solo titolo tecnologico: ovvero STMicroelectronics.
La classifica completa dei 40 titoli
I 40 titoli del Ftse Mib nella tabella seguente sono ordinati in base alla capitalizzazione di mercato decrescente, ovvero il valore totale delle sue azioni in circolazione sul mercato (calcolata come moltiplicazione per il prezzo dell’azione per il numero delle azioni in circolazione).
Titolo | Settore | Ultimo prezzo (€) | Variazione 1 anno | Market Cap (mld €) | Peso % sul Ftse Mib |
Ferrari | Automotive | 382,20 | 27,6% | 69,0 | 9,8% |
Enel | Utility | 6,61 | 7,1% | 67,2 | 9,6% |
Intesa Sanpaolo | Banche | 3,58 | 49,2% | 65,5 | 9,3% |
UniCredit | Banche | 36,21 | 70,3% | 59,3 | 8,4% |
Stellantis | Automotive | 18,63 | 15,8% | 56,2 | 8,0% |
Eni | Oil&Gas | 14,53 | 10,2% | 47,7 | 6,8% |
Generali Assicurazioni | Assicurazioni | 23,93 | 28,5% | 37,5 | 5,3% |
STMicroelectronics | Tecnologia | 36,23 | -20,5% | 33,0 | 4,7% |
Tenaris | Oil&Gas | 14,25 | 3,9% | 16,8 | 2,4% |
Prysmian | Industriali | 56,70 | 48,1% | 16,1 | 2,3% |
Poste italiane | Assicurazioni | 12,23 | 23,3% | 16,0 | 2,3% |
Moncler | Moda e Lusso | 57,48 | -9,3% | 15,8 | 2,2% |
Terna | Utility | 7,30 | -6,4% | 14,7 | 2,1% |
Snam | Utility | 4,18 | -12,7% | 14,0 | 2,0% |
Leonardo | Industriali | 21,82 | 109,9% | 12,6 | 1,8% |
Mediobanca | Banche | 14,09 | 28,6% | 11,7 | 1,7% |
Campari | Food&Beverage | 8,68 | -31,6% | 10,7 | 1,5% |
Recordati | Health Care | 48,80 | 11,5% | 10,2 | 1,5% |
Banco BPM | Banche | 6,22 | 46,3% | 9,4 | 1,3% |
Inwit | Tlc e Media | 9,69 | -19,8% | 9,3 | 1,3% |
FinecoBank | Banche | 14,19 | 15,2% | 8,7 | 1,2% |
Banca Mediolanum | Servizi Finanziari | 10,59 | 27,9% | 7,9 | 1,1% |
Nexi | Industriali | 5,79 | -19,4% | 7,6 | 1,1% |
Amplifon | Health Care | 33,22 | -1,1% | 7,5 | 1,1% |
BPER Banca | Banche | 5,00 | 79,6% | 7,1 | 1,0% |
Unipol Gruppo | Assicurazioni | 9,44 | 92,9% | 6,8 | 1,0% |
Brunello Cucinelli | Moda e Lusso | 93,65 | 16,2% | 6,4 | 0,9% |
A2A | Utility | 1,89 | 12,9% | 5,9 | 0,8% |
Banca MPS | Banche | 4,68 | 103,3% | 5,9 | 0,8% |
Pirelli&C | Automotive | 5,62 | 24,1% | 5,6 | 0,8% |
Diasorin | Health Care | 93,28 | -2,2% | 5,2 | 0,7% |
Telecom Italia | Tlc e Media | 0,23 | -12,3% | 4,9 | 0,7% |
Hera | Utility | 3,24 | 18,9% | 4,8 | 0,7% |
Saipem | Oil&Gas | 2,40 | 88,1% | 4,8 | 0,7% |
Interpump Group | Industriali | 41,00 | -19,4% | 4,5 | 0,6% |
Italgas | Utility | 4,63 | -14,7% | 3,8 | 0,5% |
ERG | Utility | 23,44 | -13,1% | 3,5 | 0,5% |
Azimut | Servizi Finanziari | 22,38 | 14,9% | 3,3 | 0,5% |
Bca Pop Sondrio | Banche | 6,88 | 80,3% | 3,1 | 0,4% |
Iveco Group | Automotive | 10,64 | 28,9% | 2,9 | 0,4% |
Fonte: Bloomberg, elaborazione ufficio studi Borse.it, dati al 2 luglio 2024
Come funziona il Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index, ovvero un indice che viene calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che ne fanno parte. Tuttavia, queste tipologie di indici hanno il difetto che distorcono in parte la realtà, in quanto nel calcolo dei price index non viene considerata per intero la remunerazione che le società danno ai propri azionisti, ma solo quella concessa come apprezzamento in conto capitale (capital gain).
I dividendi non vengono quindi tenuti in considerazione nel calcolo di un indice di tipologia price e così il giorno dello stacco, i titoli subiscono nominalmente un deprezzamento che in teoria dovrebbe essere pari al dividendo pagato. Visto che Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), questo effetto nel lungo periodo finisce per pesare sul Ftse Mib, ma per ovviare a ciò è altresì possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib che tiene conto anche dello stacco e del reinvestimento di dividendi.