Capitalizzazione Ftse Mib: Ferrari ancora capolista, Intesa Sanpaolo sorpassa Enel al secondo posto
Ferrari resta ancora in vetta alla classifica di prima società di Piazza Affari in termini di capitalizzazione di mercato, con una market cap che sale a 78,8 miliardi di euro rispetto ai 76,8 miliardi di inizio ottobre. Cavallino rampante tallonato dalle altre due società che completano il podio e con Intesa Sanpaolo che sale al secondo posto con una capitalizzazione di 72,7 miliardi, facendo slittare Enel (market cap di 71,6 miliardi) al gradino più basso del podio (la market cap cala da 72,9 a 71,6 miliardi).
Si accorciano le distanze da un’altra big bank di Piazza Affari: si tratta di UniCredit che ha visto la capitalizzazione passare da 64,4 a 69,8 miliardi; quinta posizione per Eni la cui capitalizzazione sale a 46,3 miliardi dai 44,9 miliardi della recente rilevazione.
La Borsa di Milano rappresenta il quinto mercato azionario in Europa per capitalizzazione e racchiude alcune delle maggiori realtà del Paese. In particolare, le 40 società incluse nell’indice Ftse Mib, ponderato per la market cap, rivestono un ruolo importante sia per Piazza Affari, sia per l’economia italiana.
Vediamo nel dettaglio quali titoli fanno parte del Ftse Mib e qual è il loro peso sull’indice.
Chi sono i più capitalizzati di Piazza Affari
Come emerge dalla tabella sottostante, ad oggi (5 novembre 2024), la società del Ftse Mib con la maggior capitalizzazione è ancora Ferrari. Con una capitalizzazione complessiva che inoltre sale rispetto a inizio ottobre: oggi la Rossa di Maranello vale 78,8 miliardi rispetto agli 76,3 miliardi di euro rispetto alla passata rilevazione. Ferrari ha ora un peso pari 10,2% sul totale dell’indice Ftse Mib.
Sale anche la capitalizzazione di Intesa Sanpaolo che scavalca in classifica Enel e si posiziona al secondo posto. In particolare, la banca guidata da Messina vede la capitalizzazione balzare a 72,7 miliardi, con una ponderazione all’interno dell’indice pari al 10,2%. Giovedì scorso proprio Intesa Sanpaolo ha inaugurato la tornata di annunci trimestrali delle big del settore bancario italiano con un risultato migliore delle attese, guidato in gran parte dall’aumento degli interessi netti e delle commissioni, e ha migliorato l’outlook per il 2025. Il tutto suggellato dal (nuovo) sorpasso messo a segno venerdì ai danni di Bnp Paribas e Banco Santander come maggiore banca europea per valore di mercato.
Perde terreno invece Enel con una capitalizzazione di mercato pari a 71,6 miliardi (da 72,9 miliardi) e registra un peso del 10% sul Ftse Mib. Per il gruppo dell’energia si avvicina il consueto appuntamento di fine anno con il Capital Market Day (CMD) in calendario per fine mese. Secondo gli analisti di Goldman Sachs l’arrivo del prossimo CMD rappresenterà un elemento che segnerà una svolta nella strategia di Enel, con la possibilità di accelerare sul fronte degli investimenti.
Tornando alla classifica di Piazza Affari, quarta posizione per UniCredit che ha una market cap di 69,8 miliardi (con un peso del 9,8% sull’indice). Per la banca di Piazza Gae Aulenti siamo agli sgoccioli per la pubblicazione dei conti del terzo trimestre attesi per domani mattina. In quinta posizione Eni, con una capitalizzazione di mercato di 46,3 miliardi (peso al 6,5%).
Prosegue il momento ‘no’ di Stellantis che rimane dietro a Generali nella classifica sulla capitalizzazione di mercato. Quest’ultima ha ora una capitalizzazione di 39,9 miliardi mentre il big europeo dell’auto ha una market cap di 38 miliardi. Giovedì scorso Stellantis ha annunciato ricavi che calano e deludono le attese nel terzo trimestre. Il trimestre si è chiuso con un fatturato in flessione del 27% a 33 miliardi di euro rispetto ai 35,9 miliardi del consensus Bloomberg, “principalmente per minori consegne e un mix sfavorevole, oltre all’impatto dei prezzi e dei cambi”.
La classifica completa dei 40 titoli
I 40 titoli del Ftse Mib nella tabella seguente sono ordinati in base alla capitalizzazione di mercato decrescente, ovvero il valore totale delle sue azioni sul mercato (calcolata come moltiplicazione per il prezzo dell’azione per il numero delle azioni in circolazione).
Titolo | Settore | Ultimo prezzo (€) | Variazione 1 anno | Market Cap (mld €) | Peso % sul Ftse Mib |
Ferrari | Automotive | 437,3 | 41,6% | 78,8 | 11,0% |
Intesa Sanpaolo | Banche | 4,1 | 59,3% | 72,7 | 10,2% |
Enel | Utility | 7,0 | 14,4% | 71,6 | 10,0% |
UniCredit | Banche | 42,7 | 82,0% | 69,8 | 9,8% |
Eni | Oil&Gas | 14,1 | -8,3% | 46,3 | 6,5% |
Generali Assicurazioni | Assicurazioni | 25,4 | 33,7% | 39,9 | 5,6% |
Stellantis | Automotive | 12,6 | -32,8% | 38 | 5,3% |
STMicroelectronics | Tecnologia | 24,4 | -36,5% | 22,2 | 3,1% |
Prysmian | Industriali | 63,6 | 77,5% | 18,8 | 2,6% |
Tenaris | Oil&Gas | 15,3 | -6,1% | 18,1 | 2,5% |
Poste italiane | Assicurazioni | 13,0 | 36,3% | 17 | 2,4% |
Terna | Utility | 8,0 | 8,5% | 16 | 2,2% |
Snam | Utility | 4,4 | 0,7% | 14,9 | 2,1% |
Moncler | Moda e Lusso | 49,3 | -3,3% | 13,6 | 1,9% |
Leonardo | Industriali | 22,2 | 54,7% | 12,8 | 1,8% |
Mediobanca | Banche | 15,3 | 33,1% | 12,7 | 1,8% |
Recordati | Health Care | 52,0 | 18,3% | 10,9 | 1,5% |
Inwit | Tlc e Media | 10,2 | -5,4% | 9,8 | 1,4% |
Banco BPM | Banche | 6,5 | 32,4% | 9,8 | 1,4% |
FinecoBank | Banche | 14,3 | 19,9% | 8,7 | 1,2% |
Banca Mediolanum | Servizi Finanziari | 11,5 | 42,1% | 8,5 | 1,2% |
Unipol Gruppo | Assicurazioni | 11,6 | 125,5% | 8,3 | 1,2% |
BPER Banca | Banche | 5,8 | 83,8% | 8,2 | 1,2% |
Campari | Food&Beverage | 6,3 | -41,6% | 7,8 | 1,1% |
Nexi | Industriali | 5,7 | -6,3% | 7,1 | 1,0% |
A2A | Utility | 2,1 | 16,9% | 6,6 | 0,9% |
Banca MPS | Banche | 5,1 | 92,7% | 6,5 | 0,9% |
Brunello Cucinelli | Moda e Lusso | 90,1 | 11,2% | 6,1 | 0,9% |
Amplifon | Health Care | 25,4 | -8,4% | 5,7 | 0,8% |
Diasorin | Health Care | 100,4 | 11,3% | 5,6 | 0,8% |
Hera | Utility | 3,5 | 27,7% | 5,2 | 0,7% |
Telecom Italia | Tlc e Media | 0,2 | -11,2% | 5,1 | 0,7% |
Pirelli&C | Automotive | 5,0 | 14,7% | 5 | 0,7% |
Italgas | Utility | 5,7 | 14,6% | 4,6 | 0,6% |
Interpump Group | Industriali | 41,1 | 0,2% | 4,5 | 0,6% |
Saipem | Oil&Gas | 2,2 | 50,2% | 4,4 | 0,6% |
Azimut | Servizi Finanziari | 22,6 | 12,0% | 3,3 | 0,5% |
Bca Pop Sondrio | Banche | 7,1 | 34,9% | 3,2 | 0,5% |
ERG | Utility | 20,5 | -14,5% | 3,1 | 0,4% |
Iveco Group | Automotive | 9,4 | 31,1% | 2,5 | 0,4% |
Fonte: Bloomberg, elaborazione ufficio studi Borse.it, dati al 5 novembre 2024
Come funziona il Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index, ovvero un indice che viene calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che ne fanno parte. Tuttavia, queste tipologie di indici hanno il difetto che distorcono in parte la realtà, in quanto nel calcolo dei price index non viene considerata per intero la remunerazione che le società danno ai propri azionisti, ma solo quella concessa come apprezzamento in conto capitale (capital gain).
I dividendi non vengono quindi tenuti in considerazione nel calcolo di un indice di tipologia price e così il giorno dello stacco, i titoli subiscono nominalmente un deprezzamento che in teoria dovrebbe essere pari al dividendo pagato. Visto che Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), questo effetto nel lungo periodo finisce per pesare sul Ftse Mib, ma per ovviare a ciò è altresì possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib che tiene conto anche dello stacco e del reinvestimento di dividendi.