Caos politico piomba su Piazza Affari: cautela sui bancari, ecco quali titoli favorire con il rischio Italia
A Piazza Affari lo scenario continuerà ad essere guidato dall’incertezza politica, dall’allargamento dello spread sui titoli di stato italiani e dal dibattito sulla sostenibilità finanziaria delle misure presentate dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega. Parte da questo presupposto l’analisi degli esperti di Mediobanca Securities che consigliano su quali titoli aumentare l’esposizione e su quali ridurla. Nel dettaglio, gli esperti di Piazzetta Cuccia consigliano di aumentare l’esposizione nei confronti di un basket di società con differenti dinamiche: tra le “industrial top pick” c’è spazio per il titolo Eni ben supportato dal prezzo del petrolio, Prysmiam grazie al suo carattere difensivo, Leonardo per gli rischi geopolitici, la coppia Buzzi e Autogrill in scia al rafforzamento del dollaro e infine Interpump per la sua qualità come esportatore.
Discorso più articolato per il comparto bancario, anche oggi sotti i colpi delle vendite a Piazza Affari. Gli analisti di Mediobanca Securities indicano che “in assenza di shock macro, le banche italiane rappresentano un caso d’investimento unico nel contesto dell’Unione europea grazie alla riduzione dei costi e alla normalizzazione delle rettifiche su crediti potrebbe condurre a una crescita a doppia cifra dell’Eps. Questo dovrebbe essere seguito da operazioni di M&A, visto che le Npe non rappresentano più una pillola avvelenata”.
Tuttavia, sottolineano gli esperti, l’incertezza politica che è piombata sui mercati, con l’allargamento dello spread, che potrebbe portare a un’erosione del Cet1 e dei margini in scia ai maggiori costi del funding. Per questo consigliano di ridurre l’esposizione sui finanziari.
E così tra i big del comparto finanziario di Piazza Affari Mediobanca Securities abbassa la raccomandazione da outperform a neutral su Bper e Ubi Banca, ma anche su Poste Italiane (dopo l’ottima performance da inizio anno) e su Anima. Indicazioni ancora positive su Unicredit che “certamente non è immune alla risalita ai rendimenti, ma ci consente di mantenere l’esposizione al comparto riducendo i rischi esterni”.