Caos Mes e spettro Salvini, risultati aste e scarsa liquidità: cosa sta accadendo a BTP e spread
Qual è il vero market mover dei BTP, in questi giorni? Il dibattito sulla riforma del Mes e il caos politico che ne è seguito è sicuramente uno dei motivi che stanno portando gli investitori a guardare alla carta italiana con una certa cautela. Così Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, nel commento giornaliero ai mercati finanziari:
“Il BTP ha continuato a fare i conti con le turbolenze create nell’esecutivo dal dibattito sulla riforma dell’ESM, per il quale Conte era atteso oggi (ieri per chi legge) riferire in Parlamento. A questo punto un rinvio dell’approvazione, prevista per la settimana prossima, non è affatto da escludere, ed anche se sembra improbabile che il Governo Conte cada, un rimbalzo del sentimento anti europeo nell’elettorato può costituire una fonte di disturbo per un esecutivo già fragile. E poi c’è il periodo dell’anno, che rende gli operatori lesti a proteggere le performance liquidando. Così la carta italiana ha visto lo spread allargare nonostante la salita dei rendimenti del Bund, e l’impatto si è notato anche su Piazza Affari, che ha sottoperformanto i peers” nella giornata di ieri.
In generale, gli analisti concordano sul fatto che non è solo il MES ad agitare gli operatori che guardano al mercato del reddito fisso del made in Italy. Il periodo dell’anno non gioca certo a favore della carta italiana, visto che di norma, con l’approssimarsi del Natale e della fine dell’anno, gli operatori tendono a prendere le distanze dai mercati più illiquidi. Tra questi, c’è quello dei BTP.
Focus tuttavia anche sui risultati delle ultime aste, in particolare di quella che ha avuto per oggetto a fine novembre il BTP con scadenza a dieci anni. La domanda dei titoli di stato è stata la più bassa dal 2012, fattore che ha messo in allarme diversi operatori che guardano ai bond sovrani del made in Italy.
Non per niente, quel giorno c’è stata una vera e propria fiammata dello spread BTP-Bund
Appetite for #Italy’s BTPs continues to be lackluster, BBG reports. Sale of 10y 0.35% 2030 bond drew the lowest demand since 2012, and while the Italian treasury cleared the full €5bn up for grabs, the weak results saw Italy risk spread widening. pic.twitter.com/yLLexE8VNy
— Holger Zschaepitz (@Schuldensuehner) November 28, 2019
Certo, il caos Mes non è certo di aiuto, se si considera che nella giornata di ieri, in occasione dell’intervento del premier Giuseppe Conte al Parlamento per riferire sulla questione del Fondo salva-stati, i tassi dei BTP decennali sono saliti fino all’1,34%, al record in tre mesi.
Come ha fatto notare un articolo di Bloomberg, gli investitori sono ben consapevoli del fatto che una eventuale caduta di questo governo potrebbe gettare le basi per un ritorno al potere della Lega di Matteo Salvini che, con il sodalizio con il M5S iniziato a seguito delle elezioni politiche del 4 marzo del 2018, ha portato lo spread a livelli che l’Italia non aveva più visto dalla crisi dei debiti sovrani dell’Eurozona. A tal proposito, indicativo è il grafico che riassume il trend dello spread dell’ultimo anno.
Un articolo di Reuters ha intanto riportato che gli investitori che hanno puntato non solo sulla carta italiana, ma in generale sui titoli di stato del Sud Europa, stanno riducendo le loro esposizioni, a causa dei volumi più bassi che caratterizzano di solito questo segmento del mercato del reddito fisso nella stagione delle feste natalizie.
Di fatto i mercati spagnoli, portoghesi e greci e anche italiani rimangono molto più vulnerabili dei paesi core più liquidi alle oscillazioni di prezzo che caratterizzano di norma il periodo di fine anno.
Ecco perchè, come ha spiegato Paul Rayner, responsabile della divisione di bond governativi presso Royal London Asset Management, “la Spagna ci è piaciuta tutto l’anno, e abbiamo fatto molto bene decidendo di puntare sulla Spagna, ma alla fine abbiamo deciso di prendere profitto”.
D’altronde, “se tutti uscissero dalla porta spagnola allo stesso tempo, l’esito potrebbe essere caotico vista la mancanza di liquidità”.
Detto questo, i sell si potranno anche ripresentare verso Natale e la fine dell’anno, ma non dureranno oltre il mese di dicembre: Reuters fa notare infatti che Spagna, Portogallo e Italia sono tra quei pochi paesi caratterizzati da un rating “investment-grade” che garantiscono ancora rendimenti positivi sui titoli di debito decennali. E questo particolare, gli investitori, non lo dimenticheranno.