Caos Brexit ovvero come è difficile per i mercati prevedere gli esiti delle votazioni
Prevedere i risultati delle elezioni è sempre stata una sfida difficile, resa ancora più impegnativa dall’incertezza sulla partecipazione al voto e dalla riluttanza degli elettori a rivelare le proprie preferenze ai sondaggisti. Tuttavia da alcune situazioni è possibile trarre degli insegnamenti per le azioni future. E’ il caso della Brexit che dopo tante discussioni è stata rinviata in autunno. Le tre lezioni che sii possono trarre da tutta la vicenda le individua Marcela Meirelles, Managing Director Fixed Income, TCW.
Le tre lezioni che derivano dalla Brexit
La prima riguarda la necessità che le iniziative politiche siano tempestive, altrimenti i continui ritardi producono una paralisi che colpisce molte istituzioni legislative ed esecutive sia nei Paesi Sviluppati che Emergenti. Seconda lezione che deriva dalla Brexit evidenzia il peso che viene attribuito dalle banche centrali al livello di attività economica complessiva, anche quando il target delle politiche è l’inflazione e non l’output economico. Appena due mesi dopo il voto sulla Brexit, ricorda l’analista, la BoE tagliò i tassi ed estese il proprio programma di acquisti di asset. In quel momento, il tasso di disoccupazione era già sceso su livelli prossimi ai minimi storici e l’inflazione era inferiore al target. Nel Policy Statement di agosto 2016, la BoE riconobbe che le sue azioni avrebbero potuto alimentare l’inflazione, in particolare alla luce del fatto che la sterlina aveva già subito un deprezzamento significativo. Dall’altro lato, le politiche di easing potevano mitigare alcuni dei rischi di downside creati dalla Brexit, pur con il rischio che l’inflazione superasse il target per un periodo di tempo più lungo. La BoE dichiarò che si trattava di un trade-off accettabile.
Infine ultima lezione pone l’accento sulla difficoltà dei mercati nel prevedere gli esiti delle votazioni. Gli investitori non sono stati in grado di valutare i rischi legati alla Brexit in modo accurato, e più di recente hanno sovrastimato la capacità del Primo Ministro Theresa May di far approvare in Parlamento un accordo di uscita che avrebbe portato il Regno Unito fuori dall’Unione Europea, sottolinea l’analista che individua altri esempi di difficoltà di previsione.
Come le elezioni francesi che hanno innescato un lungo rally sul mercato, dovuto in parte al fatto che gli investitori erano scivolati nel comportamento opposto, sopravvalutando il rischio rappresentato dalla vittoria di un partito conservativo e nazionalista come il Front National.