Campari scatta in vetta al Ftse Mib dopo semestrale, mercato guarda anche previsioni 2019
Campari in vetta al Ftse Mib sull’onda della positiva semestrale e delle previsioni 2019 improntate all’ottimismo. Il titolo del big italiano del beverage (più volte sospeso per eccesso di rialzo dopo i conti) adesso viaggia in crescita di oltre il 5% e mette nel mirino quota 9 euro (massimo intraday a 8,94 euro).
Campari ha annunciato di avere chiuso i primi sei mesi dell’anno con le vendite che sono cresciute del 9% a 848,2 milioni, mostrando una crescita organica delll’8%. Una “performance organica molto positiva, guidata dal continuo miglioramento del mix delle vendite grazie alle principali combinazioni di prodotto e mercato a elevata marginalità, con un recupero dei mercati emergenti”, spiega la società in una nota. Nel periodo in esame l’utile del gruppo rettificato si è attestato a 116,7 milioni (+11,8%). “Dopo un forte avvio d’anno, l’andamento positivo del business è proseguito nel secondo trimestre 2019, nel picco di stagionalità degli aperitivi, supportato dalla calendarizzazione della Pasqua e nonostante una base di confronto sfavorevole e le avverse condizioni climatiche in maggio in Europa”. Questo il commento di Bob Kunze-Concewitz, chief executive officer di Campari.
Il mercato si sofferma anche sulle previsioni per l’intero 2019. “Si ritiene che l’andamento positivo del business possa continuare durante la seconda parte dell’anno, con aspettative di volatilità nei mercati emergenti, nel loro periodo di picco stagionale”, sottolinea Campari nel comunicato odierno aggiungendo che “la crescita organica del risultato operativo a valore è prevista continuare in modo sostenuto, mentre si prevede che l’espansione della marginalità sulle vendite sia moderata da un aumento del prezzo di acquisto dell’agave superiore alle attese, esacerbato dalla sovraperformance di Espolòn”.
La società ha inoltre indicato che nel 2019 l’utile netto è atteso beneficiare di rettifiche nette positive, pari a complessivamente circa 14 milioni di euro, dovute ai risparmi fiscali legati al regime Patent Box implementato in Italia per il quinto e ultimo esercizio, per un importo, stimato in linea con il 2018, pari a circa 26 milioni. Si prevede che i benefici fiscali più che compensino gli accantonamenti previsti per il completamento di progetti di riorganizzazione pari a circa -16 milioni, al netto dei relativi effetti fiscali positivi stimati pari a circa 4 milioni.