Cambiare rotta per reagire alla disruption: gli esempi di Disney, Walmart e GM
Reagire alla disruption è ormai un imperativo categorico per le aziende moderne che vogliano stare al passo coi tempi e primeggiare in un mondo pieno di competitor sempre più agguerriti. Esempi su tutti sono Netflix e altri servizi di contenuti in streaming che hanno messo in crisi la TV via cavo, Amazon e altri rivenditori online invece hanno sfidato i commercianti con punti vendita fisici. Poi c’è Tesla che ha spinto le case automobilistiche verso l’innovazione con i suoi veicoli elettrici e la promessa di auto a guida autonoma.
Gli analisti di T. Rowe Price hanno identificato tre casi esemplari di società incumbent – vale a dire aziende ben affermate e con una posizione dominante di mercato, ora messa in discussione da nuovi arrivati – in settori interessati dalla disruption che hanno cambiato strategia per contrastare questo fenomeno.
Le tre società che hanno reagito alla disruption
In primis abbiamo Disney. In risposta a Netflix che con la sua offerta ha dimostrato a tutti che il futuro della TV è il ‘direct-to-consumer, il colosso statunitense attivo nell’entertainment ha preso la decisione drastica di ritirare i propri contenuti dai distributori e lanciare Disney+, un servizio online proprio di tipo ‘direct-to-consumer’, ossia senza intermediari. Inoltre, offrirà anche un pacchetto separato che comprende Hulu (di cui è azionista di maggioranza) e il canale spin-off ESPN+ nato dalla controllata ESPN. Offrendo un numero limitato di film di successo ogni anno, Disney+ sarà più orientata ai contenuti-evento e dovrebbe funzionare bene accanto alla vasta selezione offerta da Netflix così afferma Paul Greene, gestore del fondo T. Rowe Price Communications & Technology, T. Rowe Price.
Poi c’è Walmart la cui chiave del successo, come sottolinea Jason Nogueira, gestore del fondo T. Rowe Price Global Consumer, T. Rowe Price, è stato il servizio ‘click and collect’ gratuito, che consente ai clienti di ordinare le provviste online e ritirarle a un orario concordato, con consegna dell’ordine fino all’auto. Si tratta ancora di una soluzione ibrida e il punto di arrivo – afferma l’analista – sarà la consegna a domicilio gratuita della spesa entro poche ore dall’ordine. Resta da vedere solo chi ci arriverà per primo: su questo fronte, infatti, la concorrenza non manca.
Infine General Motors che ha deciso che nei prossimi 10-15 anni tutto ruoterà intorno alle auto elettriche. Oltre che sulla propulsione elettrica, GM si è lanciata anche nello sviluppo delle auto a guida autonoma, rilevando una startup ora ridenominata GM Cruise LLC. Nel frattempo, GM ha installato una nuova funzione di pilota automatico su alcuni modelli Cadillac, simile a quella di Tesla ricorda Joel Grant, Investment Analyst, Industrials & Business Services Sector, T. Rowe Price. Come nel caso di Disney e Walmart, GM non è la sola a reagire alla cosiddetta disruption visto che troviamo anche Volkswagen e Daimler che stanno lanciando veicoli elettrici. C’è ancora un certo scetticismo sulla redditività di questi modelli, quindi nei prossimi due o tre anni bisognerà vedere se i profitti su camion e SUV basteranno a sostenere il passaggio dei produttori ai veicoli elettrici.